06/10/14 – Sudafrica – Durban: è scontro sul diritto alla casa

di AFRICA

 

Le autorità di Durban, terza città del Sudafrica, hanno lanciato un allarme per la crescita incontrollata degli insediamenti informali e dell’occupazione di terreni, innescando una polemica con le associazioni che rappresentano gli abitanti delle baraccopoli.

Durban ha ufficialmente circa tre milioni di abitanti, ma a questi vanno aggiunti quanti arrivano dalle aree rurali di una provincia – il KwaZulu-Natal, che al di fuori delle città offre poche opportunità economiche alla maggioranza della popolazione. Secondo le autorità municipali, i nuovi arrivati, costruendo abitazioni di fortuna, occupano aree già destinate a programmi di edilizia popolare. Questi, tuttavia, visto il ritmo a cui crescono le baraccopoli, non potranno soddisfare le necessità di tutta la popolazione.

Un esempio emblematico, secondo il governo provinciale, è quello dell’area di Cato Crest, dove sono in costruzione 1500 case, ma le famiglie in attesa, dall’inizio del progetto, sono diventate 3000. In altri casi, come quello di Minitown, nel sobborgo di Hammarsdale, è stata occupata terra destinata, oltre che a progetti abitativi, anche alla costruzione di un nuovo centro commerciale.

Le autorità attribuiscono la responsabilità di questi flussi incontrollati ai cosiddetti ‘signori delle baracche’, che gestiscono il business delle abitazioni di fortuna in questi insediamenti arrivando a chiedere – secondo la municipalità – 20.000 rand (1400 euro) per un posto.

La polizia locale, parlando di “invasione programmata”, ha anche puntato il dito contro Abahlali baseMjondolo, il movimento di protesta dei ‘senza casa’ nato proprio a Durban nel 2005 e da lì diffusosi in altre parti del Sudafrica. Secondo le forze dell’ordine, Abahlali “recluta persone nelle campagne” per occupare i terreni edificabili.

Il leader del movimento, S’bu Zikode, ha tuttavia negato l’accusa, sostenendo che l’organizzazione, a sua volta, è contro la costruzione di nuove baraccopoli, limitandosi a contrastare gli sgomberi “illegali”. – Misna

 

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