Uganda, costruire un ostello per future madri durante il Covid

di claudia

Realizzare, in tempo di Covid, un ostello per future madri nell’estremo nordovest dell’Uganda, non è un’impresa facile, ma è ciò che sta accadendo nel villaggio di Angal. Una sfida, cominciata a luglio 2020, ma soprattutto una grande opportunità promossa da Amici di Angal Onlus, Associazione di Volontariato con sede a Negrar (Verona) e finanziata dall’ Unione Buddhista Italiana e da Salvagnini SPA, azienda di Sarego (VI).
Il progetto nasce con l’obiettivo di prendersi cura delle mamme che si trovano a partorire in un ambiente difficile, e garantire loro e ai neonati piena sicurezza prima, durante e dopo il parto.


L’accesso ai servizi di maternità, in molte zone rurali dell’Uganda, come in altri Paesi Africani, è spesso critico. Le ragioni sono legate alle grandi distanze tra villaggi e strutture sanitarie, alle condizioni disagevoli delle strade, alla carenza e ai costi dei mezzi di trasporto, ma anche alla povertà di risorse messe a disposizione dal servizio sanitario e dagli ospedali locali.
Ad Angal, poco oltre la grande ansa che il Nilo azzurro compie prima di iniziare il suo lungo viaggio verso il Mediterraneo, c’è un ospedale che lavora al meglio delle sue capacità pur con mezzi limitati. Con una spesa di esercizio di circa un milione di euro all’anno, è un punto di riferimento per una vasta zona del nord Uganda grazie alla qualità dei servizi sanitari materno-infantili. Nei distretti in cui opera, il 50% delle donne partorisce in casa (nelle capanne) senza assistenza da parte di personale ostetrico qualificato, in condizioni igieniche precarie e con alti rischi di infezione e complicanze.

La soluzione individuata nel progetto “Dare vita alla sicurezza, dare sicurezza alla vita” è stata la creazione di una struttura, accanto al reparto di maternità dell’Ospedale St. Luke, dove le future mamme con gravidanza a rischio o comunque provenienti da villaggi lontani, possano trovare accoglienza ed essere seguite da personale debitamente formato, in attesa del parto. A luglio 2020, mentre l’Uganda stava uscendo dal primo lockdown, sono cominciati i lavori di costruzione di due dormitori con 26 letti, servizi igienici, un magazzino ed una cucina ad uso esclusivo delle madri. La squadra di operai locali ha completato i lavori e ad oggi il Mother Hostel si presenta così:


Da qualche settimana, prima del nuovo lockdown nazionale dovuto a un’impennata di casi covid- 19, la peggiore dal 2020, sono stati consegnati letti, bombole d’ossigeno, set chirurgici, incubatrici e molto altro materiale sanitario, indispensabile per rendere sempre migliore l’accoglienza e la cura di mamme e bambini.
La formazione del personale impegnato nell’ostello, con il coinvolgimento delle mamme, rappresenta un ulteriore importante passo per la realizzazione del progetto, che avrà un impatto positivo anche nel favorire una migliore consapevolezza delle corrette pratiche sanitarie all’interno della comunità.

Amici di Angal Onlus nasce nel 2001 con l’obiettivo di garantire a tutti, senza distinzioni, cure e vita dignitosa. Ne sono i fondatori i vicentini Mario e Claudia Marsiaj, partiti la prima volta per l’Africa nel 1967, portando un’ambulanza donata dall’Ospedale di Borgo Trento (VR), per mettere a disposizione dell’Ospedale Missionario St. Luke, fondato dai Padri Comboniani, le proprie competenze sanitarie.

Per seguire l’avanzamento del progetto, clicca qui ,  o visita la pagina facebook dell’associazione       

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