Tunisia: covid, atteggiamenti inaccettabili in un momento fragile

di Valentina Milani

È l’indignazione per la leggerezza con cui è stata affrontata l’emergenza covid-19 in Tunisia ad aver spinto l’organizzazione I Watch a chiedere le dimissioni del primo ministro Hichem Mechichi, accusandolo di aver fallito nella sua missione. “Siamo rimasti senza parola nell’apprendere che il primo ministro, assieme ad altri membri del governo, ha trascorso lo scorso fine settimana in un hotel della stazione balneare di Hammamet, mentre la Tunisia stava sprofondando nel momento più buio della crisi sanitaria”, ha precisato ad AfricaRivista/InfoAfrica Aya Riahi, consigliere giuridica di I Watch, organizzazione impegnata per la trasparenza nella vita pubblica ed economica, legata a Transparency International. L’episodio di cui parla Riahi è stato ribattezzato dalla stampa Hasdrubal Gate, dal nome dell’Hotel e Spa in cui, secondo alcuni deputati che hanno sollevato la questione, una delegazione governativa aveva programmato “una serata rilassante” e per questo aveva cancellato la partecipazione a una seduta plenaria, il 17 luglio, dedicata alla situazione sanitaria, ufficialmente per “l’indisponibilità dei ministri per motivi medici o per adempimenti urgenti”.

“Un atteggiamento inaccettabile – commenta Riahi – in un momento in cui la nazione è fragile, dove manca l’ossigeno, e in cui si era raggiunto un picco di 205 decessi e 4.000 casi al giorno”. Ora, secondo gli ultimi dati aggiornati, il picco è sceso a 139 decessi e 2.308 nuovi casi positivi in 24 ore.

Secondo la consigliera di I Watch, il governo non è stato all’altezza della situazione, preferendo mettere in primo piano gli interessi politici. E anche il licenziamento in tronco del ministro della Salute, Faouzi Mehdi, ha suscitato polemiche. Mechichi è stato molto duro nel definire l’open day vaccinale voluto dal ministero della Salute “populista e criminale”. Il premier ha anche affermato che la giornata a porte aperte era stata decisa senza previa consultazione con il ministero dell’Interno – di cui lo Stesso Mechichi assicura l’interim – e con i governatori. “Ma fonti interne hanno invece rivelato che non era vero, I Watch ha visto il documento ufficiale nel quale il Dicastero della Sanità informava chi di dovere e chiedeva la presenza delle autorità per organizzare le operazioni”, ha detto Aya Riahi.

La giornata di vaccinazione per tutti è stata prevista in concomitanza con la ricorrenza religiosa islamica della Festa del sacrificio, o Eid Al-Adha, ed è stata segnata da numerosi problemi. “Non è stato comunicato il numero di dosi di vaccini disponibili, e la gente si è presentata in massa, trovandosi per ore in fila, senza adeguate misure barriera. Temiamo un picco di casi nei prossimi giorni”, ha aggiunto l’intervistata.

Ieri, il presidente tunisino Kais Saied – da mesi in contrasto con il primo ministro Mechichi su diverse grandi questioni di interesse nazionale – ha ordinato all’esercito di prendere in carico la gestione del piano nazionale di reazione alla pandemia di coronavirus.

La situazione tunisina ha fatto reagire la comunità internazionale, che da giorni sta rispondendo in massa agli appelli mandando materiale sanitario. Dall’Italia è arrivata anche una fornitura di ossigeno (60 mila litri) acquistata da fornitori privati e una nave carica di dispositivi di protezione individuale, donati dalla Cooperazione italiana.

(Céline Camoin)

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