Somalia: modifica della costituzione, ma il Puntland non ci sta

di claudia

di Enrico Casale

 Lo stato semiautonomo del Puntland si rifiuta di riconoscere le modifiche alla Costituzione somala e si è ritirato dal sistema federale. Lo riporta il sito somalo hiiraan.com.

Il Parlamento ha approvato una profonda revisione della Carta costituzionale. Gli emendamenti sono stati approvati a stragrande maggioranza dai deputati. Il portavoce parlamentare, Adan Mohamed Nuur Madobe, ha definito la mossa come “storica”. Gli emendamenti conferiscono al presidente l’autorità di nominare e licenziare i primi ministri e gli garantiscono un maggiore controllo sulle nomine alla commissione elettorale, togliendo input agli Stati federali. Di fatto è stato intaccato l’attuale modello di governo basato sulla condivisione del potere con gli Stati. Inoltre, il sistema che garantisce ai quattro principali clan del Paese una pari rappresentanza in parlamento sarà sostituito dal suffragio universale.

Queste modifiche rischiano di aggravare la violenza, ha detto il ministro dell’Informazione del Puntland, Mohamud Aidid Dirir, in un’intervista al Guardian e ha accusato il presidente somalo, Hassan Sheikh Mohamud, di usare il parlamento per “portare l’autorità nelle sue mani”. “Siamo un Paese fragile che si sta ancora riprendendo da una guerra civile, che non ha una politica stabile. Se il potere si concentrasse nelle mani di una sola persona, si correrebbe il rischio di ritornare alla guerra civile. Abbiamo sempre avvertito che ciò potrebbe accadere”, ha affermato Dirir. E poi ha continuato: “Hassan ha preso il potere dal parlamento, il primo ministro non funziona. Lui è il ministro degli Esteri, il primo ministro, il presidente, lui è tutti i ministri”. Dirir ha affermato che il Puntland è stato ostacolato dal governo centrale quando ha cercato di partecipare alle consultazioni. Ha detto che per questa regione non riconoscerà i cambiamenti: “Non dichiareremo l’indipendenza, ma il Puntland resterà da solo finché non verrà consultato”. Dirir ha affermato che la concentrazione dell’autorità a Mogadiscio “minaccia l’unità nazionale”. “Il nostro governo è federale, il che significa che i poteri sono divisi”, ha detto.

Un segno della crescente tensione tra Garowe e Mogadiscio è stata la chiusura del consolato etiope nel Puntland come ritorsione per una visita dei rappresentanti dello Stato semi-autonomo ad Addis Abeba questa settimana. Il governo ha anche espulso l’ambasciatore etiope, citando l’ingerenza negli affari interni della Somalia. Il Puntland, uno dei cinque stati federali della Somalia, è stato istituito come entità autonoma e separata nel 1998 ed è l’amministrazione regionale più potente del Paese. 

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