Mali e Burkina: “intervento militare in Niger sarebbe come una dichiarazione di guerra”

di claudia
soldati nigerini

In un comunicato firmato da Mali e Burkina Faso e pubblicato ieri sera, i due Paesi hanno messo in guardia da qualsiasi intervento militare contro il Niger, che sarebbe considerato una “dichiarazione di guerra”. Essi “avvertono che qualsiasi intervento militare contro il Niger porterebbe al ritiro del Burkina Faso e del Mali dall’Ecowas, nonché all’adozione di misure di autodifesa a sostegno delle forze armate e del popolo nigerino”.

I due Paesi hanno anche messo in guardia dalle “conseguenze disastrose di un intervento militare in Niger, che potrebbe destabilizzare l’intera regione, come ha fatto l’intervento unilaterale della Nato in Libia, che ha portato alla diffusione del terrorismo nel Sahel e in Africa occidentale”.

Il Mali e il Burkina Faso, entrambi guidati da governi di transizione, si dicono “indignati e sorpresi dallo squilibrio osservato, da un lato, tra la velocità e l’atteggiamento avventuroso di alcuni politici dell’Africa occidentale che desiderano usare la forza armata per ristabilire l’ordine costituzionale in un Paese sovrano, e, dall’altro, l’inazione, l’indifferenza e la complicità passiva di queste organizzazioni e leader politici nell’aiutare Stati e popoli che sono stati vittime del terrorismo per un decennio e abbandonati al loro destino”.

Esprimendo “la loro fraterna solidarietà e quella dei popoli del Burkina Faso e del Mali al fraterno popolo del Niger”, hanno denunciato “l’ostinazione” con cui “le organizzazioni regionali” adottano “sanzioni che aggravano le sofferenze delle popolazioni e mettono in pericolo lo spirito del panafricanismo”.

Di conseguenza, Bamako e Ouagadougou si rifiutano “di applicare queste sanzioni illegali, illegittime e disumane contro il popolo e le autorità del Niger”.

Questa ferma presa di posizione arriva dopo la divulgazione delle “conclusioni dei vertici straordinari della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (Ecowas) e dell’Unione Economica e Monetaria dell’Africa Occidentale (Uemoa) tenutisi il 30 luglio 2023 ad Abuja sulla situazione politica in Niger”. In quell’occasione, l’Ecowas ha lanciato un ultimatum ai militari al potere in Niger, dando loro una settimana di tempo per rilasciare il presidente deposto Mohamed Bazoum e rimetterlo in carica.

Considerando che “il Presidente Mohamed Bazoum è l’unico e legittimo Presidente del Niger”, l’Ecowas ha ordinato ai militari di rilasciarlo e di ripristinare la sua carica “entro sette giorni”, avvertendo che avrebbe potuto ricorrere a qualsiasi tipo di misura “compreso l’uso della forza” in caso di mancato rispetto. 

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