Madagascar – Presidenziali, sarà ballottaggio

di Enrico Casale
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In Madagascar, l’ex presidente malgascio Andry Rajoelina ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali del 7 novembre. Lo ha reso noto la Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni), secondo cui Rajoelina ha vinto con il 39,19% dei voti davanti all’altro ex presidente Marc Ravalomanana, fermo al 35,29%. I due ex capi dello Stato si sfideranno così al ballottaggio in programma il 19 dicembre, dal momento che nessuno dei due è riuscito ad ottenere almeno il 50 per cento dei voti.

I risultati sono stati contestati da Rajoelina, il quale ha nuovamente denunciato presunte «manipolazioni» nello spoglio delle schede, come già fatto nei giorni scorsi. «Il trattamento informatico dei risultati del voto non è trasparente», aveva detto Rajoelina, annunciando di non voler riconoscere i risultati provvisori pubblicati e di «ritirarsi dal processo di osservazione dell’elaborazione dei risultati presso la Commissione».

Anche il presidente uscente Marc Rajaonarimampianina ha denunciato brogli. «Il voto dei cittadini è stato vittima di manipolazioni», ha detto Rajaonarimampianina in una nota, facendo appello alle istituzioni competenti affinché impedissero qualsiasi altro tentativo di manipolazione. «Non lasceremo che i cittadini vengano derubati del loro voto», ha aggiunto.

Le accuse sono state respinte dalla Commissione elettorale, il cui vicepresidente, Thierry Rakotonarivo, è rimasto sorpreso dalle osservazioni avanzate dal campo Rajoelina. «Non c’è richiesta fatta dai rappresentanti dei candidati che non abbiamo soddisfatto – ha detto- Il ritiro di un rappresentante di un candidato nell’osservazione del trattamento dei risultati non avrà alcun impatto sul lavoro della commissione elettorale».

La missione di osservazione dell’Unione europea ha definito dal canto suo «calmo e ordinato» il processo elettorale in Madagascar, come riferito dal capo missione Cristian Preda, il quale ha riferito di aver riscontrato «solo un piccolo numero di irregolarità» nelle operazioni di voto che, tuttavia, non influiranno sull’esito e sulla credibilità complessiva delle elezioni.

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