La stella polare per chi è in cerca dei documenti di soggiorno

di claudia
profughi

Gamaliel Niyonsaba, webmaster di origini ruandesi, è in Italia dal 2005. Solo sul suo canale YouTube ha ventiseimila iscritti. Ma è il suo sito la vera miniera di informazioni (gratuita) per chi deve ottenere il permesso di soggiorno.

Di Michela FantozziNuoveRadici.world

Il numero di profughi dall’Ucraina è salito a 4,2 milioni secondo l’Unhcr. Secondo l’alto commissario dell’Onu per i Rifugiati, Filippo Grandi, la fuga dall’Ucraina rappresenta «La crisi di profughi più veloce in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale».

Sono  92.716 i profughi ucraini entrati in Italia finora: 47.927 sono donne, 10.566 uomini e 34.223 minori. Secondo la ministra Luciana Lamorgese, l’Italia è pronta ad accogliere i rifugiati e l’Ue si è attivata garantendo permessi di residenza di 12 mesi in qualsiasi nazione. Ma come ottenere una residenza a lungo termine in Italia? A causa di una burocrazia vaga e in continuo cambiamento, per uno straniero chiedere i documenti di soggiorno in Italia è una sfida. Lo sa bene Gamaliel Niyonsaba, che nell’agosto del 2012 ha fondato il sito web permessodisoggiorno.org, una miniera di informazioni gratuita a disposizione di chiunque.

Sul sito si possono trovare spiegazioni su come richiedere il permesso di soggiorno, ma anche altri documenti utili, come la carta di identità o il codice fiscale ed è stato recentemente aggiunto un servizio di assistenza per chiunque scappi dall’Ucraina. Niyonsaba ha 38 anni, è un web master che vive in Italia dal 2005 ed è di origini ruandesi. Con permessodisoggiorno.org ha deciso di mettere a frutto tutto ciò che aveva imparato sul diritto dell’immigrazione italiano, supportando chiunque si rivolga alla sua piattaforma. Grazie a una rete di professionisti esperti, Niyonsaba aiuta ogni giorno tantissimi a procurarsi i documenti necessari per vivere in Italia.

Da dove è nata l’idea del sito permessodisoggiorno.org?

«Dalla mia esperienza personale. Quando ho terminato gli studi di filosofia e mi sono ritrovato a cercare un lavoro dovevo convertire il mio permesso di soggiorno per motivi di studio a uno per lavoro, ma non trovavo nessuna informazione. Così, da autodidatta, ho cominciato a studiare il diritto dell’immigrazione. Dopodiché ho cercato di avvicinarmi a professionisti che lavorano sul tema, come avvocati e consulenti del lavoro, prima per me stesso e poi per il sito. Di tutte queste conoscenze ho fatto una rete, presente su tutto il territorio nazionale, che può aiutare le persone che vogliono richiedere un permesso di soggiorno ma non sanno come fare».

Quante persone straniere aiutate?

Non mi sono mai messo a fare questi calcoli. Primo, perché non ne ho il tempo: questo è un lavoro che faccio da volontario. E secondo perché il flusso di richiedenti cambia molto a seconda del periodo e dei cambiamenti delle leggi. Comunque noi non aiutiamo solo stranieri, ma anche cittadini italiani

Per cosa la cercano gli italiani?

«Per esempio, mi contattano spesso datori di lavoro che hanno bisogno di regolarizzare i loro dipendenti o anche comuni cittadini che hanno bisogno di aiuto. Per citarle un caso recente, un carabiniere che voleva sposare la sua compagna russa si è rivolto a noi per avere informazioni sul permesso di soggiorno. Era un caso un po’ complicato perché questa donna faceva la hostess e quindi non era mai sul territorio nazionale. Mi contattano anche avvocati che hanno dubbi sul caso a cui stanno lavorando».

Lei è diventato un punto di riferimento online per chi ha bisogno dei documenti di soggiorno.

«Sì, possiamo dire così. All’inizio avevo solo il blog, poi mi sono reso conto che c’erano delle persone che avevano difficoltà a leggere l’italiano scritto, ma riuscivano a capire bene il parlato. Così ho iniziato a fare video spiegazioni su YouTube e dall’ottobre 2012 a oggi il canale è cresciuto esponenzialmente. Quando ho iniziato avevo mille iscritti, ma dopo la pandemia sono arrivato a 25 mila».

 Lavora da solo o siete una squadra?

«Ho una rete di professionisti sparsi in diverse città che mi aiutano e che, in caso di bisogno, possono intervenire. Le persone mi cercano e poi, a seconda di dove si trovano, vengono indirizzate al contatto più vicino. Questo ci evita di sostenere dei costi per l’affitto di un ufficio ed è utile anche per il richiedente, che non deve spostarsi tanto per ricevere la nostra assistenza».

Quali sono le maggiori difficoltà che uno straniero incontra nel richiedere i documenti di soggiorno?

La mancanza di fonti di informazione. Molte procedure possono essere fatte direttamente dai richiedenti, ma è difficile per loro capire come farle. Le leggi sono complicate, cambiano spesso e una persona può rientrare in una casistica e poi finire in un’altra a seconda che si trovi o no sul territorio, se cambia lavoro o altro.

«I professionisti della mia rete offrono dei servizi gratuiti o quasi, perché spesso le persone che aiutiamo non hanno grandi disponibilità economiche e ciò di cui hanno realmente bisogno non è un servizio legale, ma semplicemente di capire come mettere insieme le carte. Poi sì, ci sono anche i casi complicati, casi in cui c’è bisogno dell’intervento di un esperto per valutare la fattibilità di una richiesta, come richiederla ecc, ma sono rari».

Quali sono le maggiori soddisfazioni che le ha dato il suo progetto?

«Quando mi dicono “finalmente ce l’ho fatta, ho il mio permesso di soggiorno, grazie”. Questo è il mio obiettivo, sapere di aver consigliato una persona mi dà grande soddisfazione. Come è successo di recente con una coppia mista di Padova, lei italiana e lui keniota: sono riusciti a ottenere per il marito il visto di entrata. Oppure con una ex suora che voleva lasciare la Chiesa e convertire quindi il suo permesso di soggiorno da religioso a lavorativo e si era però ritrovata bloccata a causa dei decreti Salvini. Grazie alla sanatoria siamo riusciti ad aiutarla».

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