La Nigeria e il paradosso delle raffinerie

di Enrico Casale
raffinerie in nigeria

raffinerie in nigeriaRiprenderanno a funzionare entro luglio le quattro raffinerie della Nigeria. Buone notizie per il colosso dell’Africa occidentale che, negli ultimi due mesi, ha sofferto una scarsità senza precedenti di benzina. Un paradosso per una nazione, come la Nigeria, che è l’ottavo produttore mondiale di petrolio e il primo del continente africano (si contende il primato con l’Angola).

«Le raffinerie torneranno a pieno regime non appena avranno completato il ciclo di manutenzione dei loro impianti. Entro luglio saranno comunque pronte», ha dichiarato all’agenzia France Press Ohi Alegbe, portavoce la compagnia petrolifera nazionale Nnpc.

Nnpc ha quattro raffinerie: tre nel Delta del Niger (due a Port Harcourt, una a Warri) e una nel Nord (a Kaduna, circa 200 chilometri a nord di Abuja, la capitale). Queste strutture hanno la capacità di produrre 445mila barili di combustibile al giorno. Attualmente la Nigeria estrae due milioni di barili di greggio al giorno, ma deve importare quasi tutto il fabbisogno di carburante proprio per la per mancanza di raffinerie in funzione. Per mantenere i prezzi bassi alla pompa, lo Stato paga sussidi ai distributori e agli importatori di benzina.

Nel bilancio 2015 sono però previste riduzioni del 90% delle sovvenzioni. Proprio l’annuncio della riduzione dei sussidi ha portato a una serrata degli impianti di distribuzione e alla paralisi del Paese. Solo alla fine di maggio è stato raggiunto un accordo ed è ripresa la distribuzione del carburante. La situazione però resta fragile. Non è un caso se il nuovo Presidente Muhammadu Buhari ha messo in cima alla sua agenda, insieme al problema del terrorismo di Boko Haram, anche la questione energetica. La riapertura delle raffinerie è un prima passo verso l’autosufficienza.

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