La cucina km0 cattura gli africani

di Enrico Casale
chef africano

cucina africanaLa mania delle cucina a chilometri-zero, dopo aver colpito il Nord Ammerica e l’Europa, sta travolgendo anche l’Africa. Locali che presentano piatti ricercati a base di ingredienti e ricette tradizionali si stanno velocemente diffondendo in molti Paesi.

Secondo quanto riporta il sito Africanews.com, un ristorante di Lagos (Nigeria) ha recentemente deciso di introdurre piatti della cucina tradizionale in menù raffinati e di servirli in un locale aperto sulla strada. L’idea ha avuto un grande successo.

Lo stesso è avvenuto in Senegal, dove Pierre Thiam, un pioniere della cucina africana, ha proposto nel suo locale una combinazione di cucina popolare realizzata attraverso tecniche ancestrali. «Ho voluto cimentarmi nella cucina del mio Paese – ha detto -. Mi aspettavo molte critiche ma, al contrario, la reazione è stata positiva. Non è solo il sapore dei piatti che viene apprezzato, ma anche il fatto che vengano presentate ricette che sono familiari».

Ovviamente questa cucina non è adatta a tutti i portafogli e si indirizza soprattutto alla nascente classe media africana. Oyegun e Folayemi Agusto, meglio conosciuti come «Nosa e Follia», due giovani nigeriani che hanno avviato un blog di successo «Mangiare. Bere. Lagos», nel quale fanno recensioni dei locali della città, hanno spiegato la recente moda. Entrambi hanno vissuto all’estero e poi sono tornati in patria. Quando sono rientrati hanno avvertito che le giovani generazioni con maggiore disponibilità di denaro non si accontentavano più della cucina di origine occidentale, ma chiedevano e apprezzavano i piatti locali. E, proprio per rispondere a questa domanda, molti ristoranti hanno iniziato a offrire ricette sempre più sofisticate e molte di essi hanno cercato di farlo capitalizzando le grandi conoscenze della cucina africana e gli ingredienti locali, nutrienti e pieno di sapore.

Questa nuova tendenza ha ribaltato anche i ruoli in cucina. Se tradizionalmente ai fornelli si distinguevano le donne, con il tempo hanno iniziato a cucinare anche gli uomini. Quando Thiem ha lasciato il Senegal per trasferirsi a New York, pensava che la cucina fosse una questione solo femminile. Arrivato negli Stati Uniti è entrato in contatto con molti chef uomini. E si è appassionato anch’egli alla cucina. Oggi Thiam spera di poter catturare, attraverso i piatti africani, il palato di europei e nordamericani. Ma questa è un’altra storia.

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