Costa d’Avorio: progressi nella lotta alla mortalità materna, ma c’è ancora strada da fare

di claudia

di Céline Nadler

Hanno lasciato nello sconforto le recenti dichiarazioni dell’ex ministra della Salute e della lotta contro l’Aids della Costa d’Avorio, Thérèse Aya N’dri-Yoman, secondo la quale “nell’Africa a sud del Sahara, occupiamo il 1° posto per tasso di mortalità materna”. La polemica si è accesa quando Tano Gnou, direttore coordinatore del Programma nazionale per la salute materno-infantile (Pnsme) davanti a queste osservazioni ha invitato a considerare le statistiche ufficiali degli ultimi anni, secondo le quali “la Costa d’Avorio ha compiuto enormi progressi in termini di mortalità materna, neonatale e infantile”.

L’indagine demografica Sanità 2021, infatti, ha confermato gli enormi progressi compiuti dal governo ivoriano grazie al rafforzamento del sistema sanitario, attraverso infrastrutture adeguate all’assistenza sanitaria di base, al rafforzamento dell’assistenza di base di qualità, al rafforzamento delle risorse umane con il coinvolgimento di tutte le comunità”, ha affermato Tano Gnou, direttore coordinatore del Programma nazionale per la salute materno-infantile (Pnsme), durante un incontro organizzato a Plateau, ad Abidjan.

Secondo Tano Gnou, sono stati compiuti molti sforzi e il miglioramento degli indicatori di salute madre-figlio è una realtà. “Il governo non abbassa la guardia nonostante un’organizzazione perfetta, l’istituzione del ministro della Salute, dell’Igiene Pubblica e della Copertura Sanitaria Universale, Pierre Dimba, dei Centri Regionali di Eccellenza nella Salute”, ha detto, citando i poli di Odienné (Kabadougou, Folon, Bafing), Daloa (Haut-Sassandra, Worodougou, Béré), Yamoussoukro (Marahoué, Bélier, N’zi), Abengourou (Iffou, Moronou Indénié-Djuablin), Abidjan (Agneby-Tiassa, Grands-Ponts, La Mé, Sud-Comoé, Abidjan 1 e 2), Bouaké (Gbêkê, Hambol), Bondoukou (Gontougo, Boukani), Korhogo (Poro, Bagoué e Tchologo), Man (Tonkpi, Guemon e Cavally), San Pedro (San Pedro, Nawa, Gboklé, Goh e Loh-Djiboua).

Proseguendo, il dottore Gnou, che ha vivamente consigliato di riferirsi alle statistiche ufficiali, ha evidenziato che la mortalità materna si è dimezzata: “La mortalità materna si è dimezzata. Dai 614 del 2011 si è passati a 385 decessi ogni 100mila nati nel 2022. Quanto alla mortalità neonatale, si è passati da 38 decessi a 30 decessi ogni 1000 nati vivi. La mortalità infantile è costantemente diminuita da 108 a 52 decessi per 1.000 nati vivi”, ha affermato. “La Costa d’Avorio mira a raggiungere 70 morti ogni 100.000 nati o almeno 140 morti ogni 100.000 nati vivi entro il 2030″, ha infine garantito l’esperto.

Questi chiarimenti del dottor Tano Gnou hanno fatto seguito alle dichiarazioni dell’ex ministra della Saluta ivoriana, durante un evento della Fondation Thérèse Aya N’dri Yoman ( Fotany), presso l’ospedale di maternità Thérèse Houphouët-Boigny di Adjamé. In quell’occasione, N’dri-Yoman si è mostrata sconvolta dalla possibilità che una madre portata al reparto maternità possa non uscirne più. “Ma perché ai nostri tempi, in Costa d’Avorio in particolare, dove abbiamo le risorse umane necessarie, e cioè ostetriche, medici specialisti con una piattaforma tecnica e infrastrutture rafforzate, siamo a un tasso di oltre 600 morti ogni 100.000 nascite?” si chiese, ignara dei risultati compiuti negli ultimi anni dalla Costa d’Avorio.

“Nell’Africa a sud del Sahara, occupiamo il 1° posto per tasso di mortalità materna, il che non fa onore al personale sanitario. Per questo, qualunque sia il nostro livello e il nostro settore di intervento, dobbiamo impegnarci tutti per combattere la mortalità materna. L’ho preso come un impegno quando ero responsabile del dipartimento della salute. Ma oltre a questo, sono ancora un dottore e lo sono fino alla morte. Per fare questo, intendo combattere questa lotta per la vita”, ha assicurato l’ex ministra, determinata nella sua missione.

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