Costa d’Avorio, ministro dell’interno insorge sui migranti sbarcati a Lampedusa

di claudia

di Céline Camoin

La Costa d’Avorio ha rafforzato il proprio arsenale legale e repressivo di misure volte a combattere l’immigrazione illegale attraverso il rafforzamento del controllo aeroportuale e portuale dei passeggeri diretti verso paesi a rischio di tratta di persone e traffico illecito di migranti. Il generale Vagondo Diomande, ministro dell’Interno e della Sicurezza, continua a reagire nelle ultime ore e a respingere le notizie che riguardano il numero di ivoriani nel flusso di immigrati clandestini sbarcati sull’isola italiana di Lampedusa nel mese di settembre 2023.

La Costa d’Avorio continua a reagire alle notizie che riguardano il numero di ivoriani nel flusso di immigrati clandestini sbarcati sull’isola italiana di Lampedusa nel mese di settembre 2023.

“Le recenti dichiarazioni ampiamente diffuse sulla stampa da parte di leader amministrativi e politici europei e, in particolare, italiani, indicano la presenza di quasi 15.000 nostri connazionali nei flussi di immigrati clandestini sbarcati nel mese di settembre 2023 sull’isola italiana di Lampedusa.(…) Di fronte a questa situazione che tende a offuscare l’immagine del nostro Paese e agli sforzi compiuti dalle massime autorità ivoriane, la Costa d’Avorio respinge queste accuse basate su semplici presunzioni”, ha affermato il generale Vagondo Diomande, ministro dell’Interno e della Sicurezza.

In dichiarazioni rilasciate ieri ad Abidjan, Diomande ha sfidato le informazioni dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera Frontex e dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), secondo le quali la Costa d’Avorio sarebbe il 2° paese di partenza verso l’Europa di questi migranti irregolari.

Ad un esame approfondito, ha spiegato il ministro secondol’Aip, queste gravi accuse mosse contro la Costa d’Avorio si basano solo su semplici dichiarazioni di persone in situazione irregolare registrate dai servizi italiani per l’immigrazione. Peggio, non è stata effettuata alcuna verifica con l’assistenza dei servizi competenti della Costa d’Avorio per accertare la realtà della nazionalità ivoriana di questi migranti, come raccomandato e previsto nell’accordo multilaterale concluso dalla Costa d’Avorio con l’Unione Europea, ha osservato.

Il ministro ha ricordato che, sotto la forte guida del presidente della Repubblica, la Costa d’Avorio ha investito ardentemente nella lotta contro l’immigrazione clandestina attraverso, in particolare, il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle popolazioni, la conclusione di accordi multilaterali e accordi bilaterali per combattere l’immigrazione clandestina, il rafforzamento delle misure di controllo e sorveglianza ai valichi di frontiera, lo smantellamento delle reti clandestine e l’invio di missioni di identificazione a breve termine nei paesi europei, quando necessario.

Precisa che, in relazione alle missioni di identificazione effettuate tra il 2009 e il 2018, in Inghilterra, Spagna, Italia, Francia, Belgio, Germania e Paesi Bassi, è stato constatato che meno del 15% dei presunti migranti ivoriani possedeva effettivamente la nazionalità ivoriana.

Il ministro ha sottolineato che, ad esempio, in Francia, su tutte le richieste di identificazione ricevute dal 2019 al 14 settembre 2023, 254 migranti su 365 sono stati identificati come ivoriani. Nello stesso periodo in Germania, 199 migranti sono stati identificati come ivoriani su 1.022 presunti ivoriani. In generale, su 45.218 presunti migranti ivoriani, sono state evase 2.000 richieste di identificazione che hanno portato alla conferma di 543 ivoriani.

Questi dati invitano a stare attenti e a non trarre conclusioni affrettate basate su semplici presunzioni, prima di organizzare una missione di identificazione ufficiale.

La Costa d’Avorio ha rafforzato il proprio arsenale legale e repressivo di misure volte a combattere l’immigrazione illegale attraverso il rafforzamento del controllo aeroportuale e portuale dei passeggeri diretti verso paesi a rischio di tratta di persone e traffico illecito di migranti, il continuo smantellamento delle reti di contrabbando, il rafforzamento dei controlli alle frontiere terrestri, chiedendo il ripristino dei visti d’ingresso tra Costa d’Avorio e Tunisia, da un lato, e tra Costa d’Avorio e Marocco, dall’altro, per i titolari di passaporto ordinario. 

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