Che forza Super Sema!

di claudia

È la prima supereroina africana, protagonista di un cartone di grande successo che ha molto da insegnare. Super Sema è una serie animata che racconta le avventure di una bambina capace di cose straordinarie. Realizzata da un’azienda con sede a Nairobi, guidata da una giovane donna italiana, la serie rappresenta per l’infanzia un modello africano positivo, in cui riconoscersi e a cui ispirarsi. Per cambiare il mondo in meglio

di Marco Trovato

In qualche parte dell’Africa c’è un luogo chiamato Dunia (“mondo” in lingua swahili) governato da un perfido tiranno di nome Tobor. Non perdete tempo a cercarlo: non compare su nessuna carta perché appartiene al mondo dell’immaginazione… o forse semplicemente al futuro. Eppure Dunia sembra un posto vero, contemporaneo: ha le sembianze di una città africana, frenetica, brulicante di vita, marcata da tinte forti e contrasti. Una località avveniristica, fantascientifica, ma realmente frequentata ogni giorno da milioni di bambini in carne e ossa, che in quel mondo colorato vivono avventure fantastiche.

In questo grande villaggio moderno – ipertecnologico eppure non alieno – si rinnova l’eterno conflitto tra il bene e il male. Dalla parte dei cattivi c’è Tobor, che comanda schiere di simpatici robot chiamati Bongolalas. Dall’altra parte, c’è una ragazzina di dieci anni: volto simpatico, sorriso solare, uno spruzzo di lentiggini, capelli intrecciati in due cornetti che ricordano l’acconciatura della principessa Leila in Stars Wars.

Impresa al femminile

Si chiama Sema, ma per tutti è Super Sema: perché ha poteri straordinari o, meglio, è capace di fare cose straordinarie mettendo a frutto le sue capacità. Coniugando coraggio, intelligenza, conoscenza. Sema è una supereroina africana – la prima della storia – protagonista di un cartone animato che sta riscuotendo un successo incredibile. I primi venti episodi, a una settimana dal lancio su YouTube, hanno conquistato un milione di visualizzazioni. Il boom ha spinto la serie animata anche in televisione: oggi va in onda in Kenya ogni pomeriggio su Citizen TV, il più grande canale televisivo in chiaro dell’Africa orientale, e ben presto approderà in gran parte del continente, dal Sudafrica alla Nigeria.

Gli investitori credono nel progetto. Una storia di successo tutta al femminile, con un tocco di creatività italiana. Le avventure di Super Sema, infatti, sono il frutto del lavoro di un team affiatato di professioniste, in gran parte africane, capitanate da una manager romana di trent’anni formatasi nella Silicon Valley e trasferitasi a vivere in Africa: Lucrezia Bisignani. Imprenditrice ambiziosa e visionaria, approdata per la prima volta nel continente africano all’età di sette anni, nel 2015 ha lanciato la startup Kukua, una società di edutainment che realizza cartoni animati e giochi educativi per smartphone. Oggi Kukua è un’impresa con una forte vocazione educativa e sociale, che fa business e punta a diventare la Disney africana.

«Il futuro è qui»

«Questo continente ha la popolazione più giovane del mondo e nei prossimi trent’anni darà alla luce un miliardo di bambini. Nel 2050 metà dei bimbi sulla Terra avrà la pelle nera. È giunto il momento che si africanizzi anche il mondo dei cartoni e dei giochi per l’infanzia, finora dominato da modelli culturali occidentali». Lucrezia è in collegamento video dal suo ufficio di Nairobi, dove ha sede il quartier generale di Kukua, in cui lavorano brillanti sceneggiatrici e disegnatrici, abili sviluppatrici di software, esperte di animazione e di comunicazione pedagogica. Alle sue spalle ha una parete bianca tappezzata di personaggi disegnati a matita che ricorda una parete di cameretta per bambini. «I nostri prodotti sono frutto di una ricerca meticolosa condotta sul campo e del coinvolgimento delle migliori professionalità locali – racconta –. Attraverso applicazioni, giochi e serie animate coinvolgiamo le nuove generazioni, alle quali cerchiamo di ispirare alle materie “STEAM” (scienza, tecnologia, arte, matematica, ingegneria)».

La serie animata è realizzata da Kukua, azienda con sede a Nairobi e guidata dall’italiana Lucrezia Bisignani, che vuole offrire alle bambine africane modelli di empowerment femminile attraverso l’istruzione

Imparare divertendosi

Super Sema è nata come protagonista di un videogioco ideato per insegnare a leggere, scrivere e far di conto a 250 milioni di bambini dell’Africa. «Ho sviluppato l’idea di combattere l’analfabetismo sfruttando le nuove tecnologie, coniugando apprendimento e divertimento», spiega Lucrezia, che a lungo ha visitato slum e le zone rurali più sperdute, dove mancano insegnanti o le strutture scolastiche sono insufficienti. «Ho trascorso giornate intere a parlare coi bambini e i loro genitori, per apprendere il più possibile e testare l’efficacia della mia idea».

L’app ha riscosso grande successo (grazie a essa Lucrezia è stata inserita nella classifica 2019 degli under 30 che guideranno il futuro stilata da Forbes) e il progetto iniziale è cresciuto e si è sviluppato: oggi Super Sema è un’eroina per miriadi di bimbi africani; in particolare offre alle bambine un modello di empowerment femminile. Le sue gesta, genialità e coraggio sono fonte di ispirazione per le nuove generazioni in varie parti del continente. «È un personaggio positivo, fermamente convinta di poter cambiare in meglio il mondo – riflette Lucrezia Bisignani –. Insegna a credere in sé stessi, nelle proprie capacità, e a inseguire le proprie aspirazioni».

Invece dei modelli d’importazione

Per decenni la fantasia dei bambini africani è stata stimolata da personaggi estranei alla loro cultura e società. Gran parte dei giochi e dei film d’animazione era prodotta e ambientata altrove: personaggi di pelle bianca, che usavano linguaggi e costumi estranei. E quando capitava che l’Africa entrasse in qualche blockbuster – pensiamo al Re Leone di Walt Disney (1994) o a Madagascar della Dreamworks Animation (2005) –, l’immagine che ne usciva era intrisa dell’esotismo con cui noi occidentali guardiamo al continente: forze ancestrali, animali selvaggi, paesaggi mozzafiato. Ma l’Africa odierna è sempre più urbanizzata e digitalizzata. E i suoi giovani figli non si riconoscono di certo nelle nostre rappresentazioni. Guardano al futuro, cercano nuovi orizzonti, sentono il bisogno di modelli innovativi in cui identificarsi.

«C’è una frase in cui credo molto: “Se puoi vederlo, puoi immaginarlo”», dice Lucrezia Bisignani. Se un bambino africano può finalmente vedere il protagonista di un gioco o di un cartone che gli assomiglia e che è capace di fare cose incredibili, allora crescerà pensando che c’è la possibilità di creare grandi cose e di diventare chiunque lui sogni di poter essere da grande: un ingegnere, un avvocato, uno scienziato…».

Una nuova narrazione

A differenza dei supereroi di Hollywood, Sema non è dotata di poteri sovrannaturali innati, ma sfrutta in maniera eccezionale le sue abilità, che derivano dalla conoscenza, per creare soluzioni prodigiose ai problemi che attanagliano il mondo. In un episodio, per esempio, s’inventa un drone che riesce a reimpiantare un’intera foresta distrutta dal tiranno Tobor. In un’altra realizza una stampante 3D che sforna gustose pizze per tutti i bambini di Dunia! «Insegna ai bambini a sfruttare la tecnologia e valorizzare le competenze acquisite per trovare soluzioni e creare un futuro migliore».

L’idea ha conquistato anche l’attrice keniota Lupita Nyong’o (Oscar per la miglior attrice non protagonista in 12 anni schiavo, 2013), diventata da poco executive producer della serie animata. Il successo di Super Sema non si ferma. In queste settimane si stanno producendo nuovi episodi con doppiaggio in diverse lingue del continente, oltre che in inglese (dall’accento volutamente africano). Anche negli Usa il cartone va alla grande, specie tra gli afroamericani, ed è celebrato da attivisti di Black Lives Matter. Grazie a internet Super Sema raggiunge una platea globale, contribuendo a cambiare la narrazione – e quindi la percezione – dell’Africa nel mondo.

Già nel 2018 Black Panther, diretto da Ryan Coogler, primo cinecomic Marvel dedicato a un supereroe nero, ambientato nell’immaginario Stato africano di Wakanda, era stato considerato un simbolo di riscatto. Nel 2019 Netflix ha commissionato a Triggerfish (un noto studio di animazione sudafricano) la serie animata Mama K’s 4 Team, un gruppo di supereroine ideate dalla zambiana Malenga Mulendema. «Super Sema vuole diventare il personaggio animato più amato al mondo», commenta Lucrezia Bisignani.

Da qualche parte in Africa la fantascienza può diventare realtà. 

La forza di Sema, che insieme al fratello MB combatte contro un perfido Tobor, deriva dalle sue competenze negli studi ormai noti con l’acronimo inglese Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica)

Questo articolo è uscito sul numero 4/2021 della rivista. Per acquistare una copia, clicca qui, o visita l’e-shop.

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