Burkina Faso, l’ambasciatore francese Luc Hallade non è più il benvenuto

di claudia
Luc Hallade

L’ambasciatore francese non è più il benvenuto in Burkina Faso. Secondo una fonte ufficiale francese citata da Le Monde, il ministero degli Affari Esteri del Paese saheliano, teatro di due colpi di Stato dal gennaio 2022, ha chiesto la sostituzione di Luc Hallade, in carica dalla fine del 2019, in una lettera inviata al Quai d’Orsay a fine dicembre 2022. Il contenuto della lettera, trapelato sui social network lunedì 2 gennaio, è stato confermato a Le Monde da una fonte governativa burkinabé.

Sebbene le autorità non specifichino le ragioni della loro richiesta nella missiva, diverse fonti sostengono che esse siano in parte legate a una lettera inviata da Luc Hallade ai cittadini francesi a Koudougou il 12 dicembre 2022. In questa lettera l’ambasciatore invitava “insistentemente” i suoi connazionali che vivono in questa città, situata a 100 chilometri a ovest di Ouagadougou, a “trasferirsi” nella capitale o a Bobo-Dioulasso, nel sud-ovest del Paese.

La minaccia jihadista è cresciuta in Burkina Faso dal 2015, al punto che oltre il 40% del territorio è ora fuori dal controllo dello Stato. Koudougou, la terza città più popolosa del Paese, “è stata inserita in una zona rossa (e quindi formalmente sconsigliata ai francesi dal Quai d’Orsay) dal colpo di Stato del 30 settembre 2022”, ha dichiarato Luc Hallade, prima di sottolineare che “soggiornare a Koudougou rappresenta un rischio significativo”.

Secondo quanto riportato da Le Monde, dopo essere venuto a conoscenza di questa lettera, il ministero degli Affari Esteri del Burkina Faso ha convocato l’ambasciatore francese, come di consueto quando sorge una controversia a livello diplomatico, prima di rimandare definitivamente l’incontro, adducendo problemi di programmazione. L’incontro non ha mai avuto luogo.

Ma risale a fine luglio la prima controversia tra l’ambasciatore francese e la giunta, allora guidata dal colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba. In occasione di un’audizione sulla crisi politica e di sicurezza del Burkina Faso, tenutasi il 5 luglio, Luc Hallade aveva infatti dichiarato che la “mancanza di risultati” del governo nella lotta al terrorismo sta causando “una crescente frustrazione nel Paese”. Aveva inoltre descritto la violenza che sta devastando il Paese come un “conflitto endogeno” e una “guerra civile”. Una “lettura errata” e “piuttosto grave” secondo una dichiarazione del ministero degli Affari Esteri del Burkina Faso pubblicata il 21 luglio, che invitava Luc Hallade a “maggiori sfumature”.

A metà dicembre, inoltre, due cittadini francesi accusati di spionaggio sono stati espulsi dal Paese africano. Se confermata, la notizia rappresenterebbe l’ultimo passo nella disputa diplomatica tra Burkina Faso e Francia che va avanti ormai da diversi mesi, specialmente dopo il colpo di Stato dello scorso 30 settembre – il secondo avvenuto in Burkina nell’ultimo anno – che ha portato al potere il capitano Ibrahim Traoré. Da allora sono state organizzate diverse manifestazioni contro la presenza di militari francesi nel Paese, in un contesto di graduale riavvicinamento alla Russia, come avvenuto nel vicino Mali. 

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