Antenati umani e chiacchieroni

di claudia

Durante un viaggio in Mozambico, Raffaele Masto ricorda quando, in occasione dell’inaugurazione di un’emittente radiofonica, ha assistito a una particolare discussione tra staff, collaboratori, tecnici e giornalisti riguardante una cerimonia per gli spiriti degli antenati. Un episodio che fa emergere molto del rapporto con la religione nel continente

di Raffaele Masto

Un dettaglio di un viaggio in Mozambico mi è rimasto impresso. Nella regione di Zambesia, distretto di Gilé, doveva essere inaugurata un’emittente radiofonica, uno dei motivi per i quali mi trovavo sul posto.

Quando era tutto pronto – antenne montate, trasmettitori funzionanti, computer inseriti – è accaduto un fatto che mi ha fatto temere che l’inaugurazione dovesse essere rinviata. È infatti iniziato un dibattito che ha coinvolto tutto lo staff della radio, diversi collaboratori, parte del pubblico, tecnici e giornalisti.

Il problema era il seguente: prima dell’inaugurazione ufficiale con le autorità, cioè il governatore e il segretario regionale del Frelimo, il partito al potere, bisognava fare una cerimonia per gli spiriti degli antenati. Su questo punto erano tutti d’accordo, ma la questione era se gli spiriti sarebbero venuti alla radio o se invece tutto lo staff dovesse andare là dove normalmente gli antenati si manifestano, cioè sotto un grande albero dal fitto fogliame in un luogo non lontano dalla sede dell’emittente.

La discussione – che andò avanti diverse ore – divenne molto accesa e spaccò a metà gli interessati. Quando sembrava che non si riuscisse ad arrivare a una composizione (si era anche parlato di due cerimonie separate, una all’albero e l’altra alla radio), la diatriba fu risolta inaspettatamente da una donna che propose di… chiedere il parere agli antenati. Come non averci pensato prima? Fu chiamato il più anziano della comunità che si presentò, non so proprio perché, vestito da militare. Era molto vecchio, con un viso pieno di rughe e gli occhi umidi e stanchi, e chiuse la questione senza nemmeno interpellare gli spiriti che – disse, con una certa sicurezza – sarebbero venuti alla radio.

Quando chiesi come il vecchio avesse potuto dirimere la questione mi dissero che essendo così anziano era il più vicino agli antenati con i quali, spesso, parlava direttamente… «Ah, già… Certo!» risposi, come quando ci si accorge di una cosa ovvia, alla quale non si era fatto caso.

Non ridete. Pensate a tutte le favolette delle nostre tradizioni e della nostra religione. Almeno in Africa le divinità e gli antenati non sono un pantheon lontano di personaggi irritabili, un po’ strani, imprevedibili, vendicativi. A volte cinici e spietati…

Almeno a Gilé gli spiriti degli antenati sono vicini, si siedono intorno a un albero e chiacchierano con un vecchio vestito da militare.

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