Viaggi, l’Africa non è ancora pronta

di Valentina Milani
kenya

L’Unione Europea, attraverso il Green Pass, ha trovato il modo per superare l’impasse normativa per riprendere a viaggiare per turismo. L’Africa voleva fare qualcosa di analogo ma i tentativi, per ora, sembrano essere naufragati.

La Strategia continentale congiunta dell’Unione Africana (Ua) per fronteggiare la pandemia di covid, lanciata a febbraio 2021 dall’Africa Cdc e dall’Ua, si trova a un punto morto, in particolare per quanto riguarda il Trusted Travel Platform, la piattaforma digitale continentale che dovrebbe sostenere le autorità dei singoli paesi africani nel tenere sotto controllo la diffusione del virus a fronte di una riapertura delle frontiere anche al turismo.

Ad oggi infatti l’unico Paese ad essersi attivato nell’implementazione interna del Trusted Travel Platform e aver iniziato il lavoro di digitalizzazione dei record di dati sulle vaccinazioni è la Repubblica del Kenya: sul portale dedicato infatti le uniche linee guida scaricabili sono quelle del ministero della Salute keniota. Oltre al Kenya anche qualche compagnia aerea continentale ha aderito, tra cui Kenyan Airlines, Ethiopian Airlines e African Airlines.

Il portale Trusted Travel dovrebbe fornire accesso istantaneo a tutte le informazioni sui requisiti per l’ingresso e l’uscita da tutti i Paesi africani, informazioni sui laboratori, sulle strutture sanitarie attrezzate, sul numero di contagi e di vaccinati contro il covid ma anche contro la febbre gialla e altre malattie endemiche. Sul portale gli utenti dovrebbero poter caricare i propri dati sui test e registrare l’avvenuta vaccinazione contro il covid ed ottenendo in cambio l’equivalente africano del Green Pass europeo. Sul portale i diversi paesi dovrebbero caricare le linee guida interne, le informazioni sulle eventuali restrizioni di viaggio e i requisiti di ingresso.

La campagna Saving Lives, Economies and Livelihoods per promuovere viaggi senza problemi e in sicurezza in tutta l’Africa, lanciata nel 2020 dalla Commissione dell’Unione africana e dall’Africa Cdc è di fatto ferma, ancora solo un portale che poco restituisce all’utente circa le intenzioni delle autorità sanitarie nazionali e continentali.

Se con l’esplosione della pandemia, nel 2020, l’Unione Africana aveva mostrato una capacità notevole di risposta al virus mettendo in comune, a livello continentale, tutti i dati sui contagi, chiudendo le frontiere di comune accordo e innalzando il livello di guardia, sopperendo con una buona organizzazione le carenze sanitarie croniche del continente, con il passare dei mesi il continente africano si è arenato sulle difficoltà di gestione della pandemia e sul faticoso approvvigionamento vaccinale.

Oggi il capitolo “viaggi”, in particolare legato al turismo, è ancora da scrivere e una risposta comune manca completamente. Un problema non da poco se visto dal punto di vista delle difficoltà sanitarie di molti paesi africani perché salta completamente sia la possibilità di tracciamento dei viaggiatori sia il monitoraggio dei vaccinati, e soprattutto dei non-vaccinati, che arrivano nel continente, lasciando al buon cuore di ogni singola nazione, ma anche di ogni singolo avamposto di frontiera (sia esso aeroportuale, marittimo, fluviale o terrestre) e di ogni singolo funzionario che lavora in tale avamposto, l’onere di verificare la situazione sanitaria di ogni viaggiatore.

(Andrea Spinelli Barrile)

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