Un fungo eliminerà la malaria?

di Enrico Casale
malaria

Finalmente si potrà ridurre o, addirittura, eliminare la malaria? Le speranze arrivano da un fungo geneticamente modificato che ucciderebbe con particolare efficienza le zanzare anofele, gli insetti portatori del plasmodio che causa la malattia. Test svolti in un villaggio del Burkina Faso hanno mostrato che, proprio grazie a questo fungo, le popolazioni di zanzare possono essere ridotte del 99% nell’arco di 45 giorni. I ricercatori non vogliono estinguere gli insetti ma aiutare a fermare la diffusione della malaria che, ogni anno, uccide più di 400.000 persone all’anno e ne infetta 219 milioni.

Conducendo uno studio, i ricercatori dell’Università del Maryland negli Stati Uniti e l’istituto di ricerca Irss in Burkina Faso hanno identificato un fungo chiamato Metarhizium pingshaense che infetta naturalmente le zanzare anofele che diffondono la malaria. I ricercatori hanno pensato che, forse, migliorando il fungo era possibile ridurre la presenza di anofele. «Questi funghi – ha detto alla Bbc il prof. Raymond St. Leger, dell’Università del Maryland – sono molto malleabili e possono essere facilmente modificati geneticamente». Per renderli più efficaci, i ricercatori hanno pensato di utilizzare una tossina trovata nel veleno di una specie di ragno in Australia.

Le istruzioni genetiche per la produzione della tossina sono state aggiunte al codice genetico del fungo in modo che iniziasse a produrre la tossina una volta all’interno di una zanzara. «Un ragno usa le sue zanne per bucare la pelle degli insetti e iniettare tossine, noi abbiamo sostituito le zanne del ragno con il metarhizium», ha spiegato il prof. St. Leger.

Test di laboratorio hanno dimostrato che il fungo geneticamente modificato può uccidere più rapidamente le anofele e che sono state necessarie meno spore fungine per svolgere il lavoro. Il passo successivo era testare il fungo nel modo più vicino possibile alle condizioni del mondo reale. È stato così allestito in Burkina Faso un villaggio finto di 6500 metri quadrati, completo di piante, capanne, fonti d’acqua e cibo per le zanzare. Là è stato testato il fungo. E i risultati sono stati positivi, alimentando la speranza della fine del dramma della malaria.

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