Un diamante “divino”, ma non troppo

di Enrico Casale
diamanti

I diamanti sono i migliori amici delle donne cantava Marylin Monroe negli anni Cinquanta. Si potrebbe aggiungere che sono anche i migliori amici dei trafficanti e sono spesso al centro di traffici poco chiari.

Ciò vale anche per il diamante grezzo di 709 carati rinvenuto nel Kono, il principale distretto diamantifero della Sierra Leone, dal pastore evangelico Emmanuel Momoh. Fin da subito, il religioso ha deciso di non trattenere per sé la pietra preziosa, ma di venderla in una gara internazionale. Fin qui, nulla di male. Il Governo ha fissato una tassa sulla compravendita di 5.000 dollari statunitensi. Ed è stato inoltre deciso che chi parteciperà alla gara dovrà presentare una cauzione di almeno 50mila dollari Usa.

Sul «diamante divino», come è stato subito ribattezzato, si sono però scatenate una ridda di voci e di illazioni. Molti sostengono che la pietra preziosa non sia stata in realtà trovata da padre Momoh, ma che lui si sia prestato a fare il gioco di qualche compagnia mineraria che non voleva esporsi in prima persona. Altri affermano che la compagnia mineraria che fa capo al pastore non avrebbe le carte in regola e la sua licenza sarebbe scaduta da tempo.

il diamante divino

Il diamante divino

Ma sono le rivelazioni del quotidiano« Global Times» ad aver aperto il vaso di Pandora. Secondo il giornale, che ha citato una fonte anonima del ministero delle miniere, il diamante apparterrebbe allo Stato, perché il religioso avrebbe operato illegalmente. Lo stesso giornale ha riportato che un magnate libanese, che opera nel Kono, e un rivenditore di Israele si stanno battendo, dietro le quinte e senza esclusione di colpi, per riuscire ad accaparrarsi la pietra.

L’israeliano avrebbe cercato di corrompere il capo tribale dell’area in cui è stato trovato il diamante affinché la pietra fosse venduta a lui. Secondo il giornale, invece, il pastore Momoh starebbe favorendo i libanesi.

Intanto lo Stato sierraleonese ha bloccato il diamante e lo custodisce in una cassaforte all’interno della Banca centrale. Il pubblico lo potrà vedere fino al 5 aprile. In attesa che la lotta per accaparrarselo decreti il suo vincitore.

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