Tunisia, presidente Saied fa muro contro i migranti subsahariani

di claudia

Rischiano di suscitare una valanga critiche – alcune sono già apparse sui social – le dichiarazioni del presidente tunisino Kais Saied fatte ieri durante una riunione del Consiglio superiore per la sicurezza nazionale incentrata sull’immigrazione irregolare degli africani sub-sahariani in Tunisia e sui mezzi per affrontarla.

Il presidente ha infatti dichiarato che “c’è stata la volontà, dall’inizio di questo secolo, di cambiare la composizione demografica della Tunisia”, secondo i media locali che riportano le parole di Saied. “Attraverso queste ondate successive di migrazione irregolare, si cerca di fare della Tunisia un Paese puramente africano che non appartiene al mondo arabo-musulmano”, ha detto il presidente.

Saied ha persino denunciato che alcuni hanno ricevuto ingenti somme di denaro, dopo il 2011, per insediare i sub-sahariani in Tunisia. Saied ha invocato la necessità di porre fine a questo fenomeno “che può avere diverse ripercussioni, come crimini e pratiche inaccettabili”; ha quindi ordinato a tutte le parti interessate, vale a dire diplomatici, militari e della sicurezza, di applicare la legge relativa all’immigrazione clandestina.

Ha inoltre affermato che coloro che stanno dietro a questo fenomeno fanno tratta di esseri umani, mentre pretendono di difendere diritti umani.

Saied ha tuttavia dichiarato che la Tunisia è orgogliosa della sua appartenenza africana, ricordando che è uno dei Paesi fondatori dell’Organizzazione dell’Unità Africana e che ha sostenuto molti popoli nella loro lotta per la liberazione e l’indipendenza.

Su Twitter, hanno già reagito alcuni analisti politici. Amine Snoussi, autore di libri sulla politica tunisina e giornalista, scrive: “Il presidente della Repubblica tunisina ha appena convalidato la tesi del grande ricambio. Abbiamo un dittatore razzista che arresta i suoi oppositori e incolpa gli immigrati sub-sahariani per i nostri problemi. È il peggior regime nella storia di questo Paese”.

Mohamed Dhia Hammam, ricercatore in scienze politiche alla Maxwell School, definisce le parole di Saied disgustose, e parla di una “campagna fascista contro i neri”. “L’oltraggiosa dichiarazione di ieri della Presidenza sulla riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, durante la quale Saied ha deciso di usare tutte le forze, compresi i militari, per prendere di mira gli immigrati neri, arriva nel bel mezzo di una odiosa campagna mediatica. La logica del complotto messa in atto dal governo fa eco alle teorie del complotto diffuse sia nei media mainstream che nei social media pro-Saied”, twitta l’analista.

La carica di Kais Saied contro i migranti sub-sahariani arriva pochi giorni dopo che una ventina di organizzazioni non governative tunisine hanno denunciato l’aumento dell’incitamento all’odio e del razzismo nei loro confronti.

Lo riferisce il portale InfoMigrants, ricordando il messaggio delle Ong, ovvero che “lo Stato tunisino sta facendo orecchie da mercante di fronte all’aumento di discorsi odiosi e razzisti sui social network e in alcuni media”. Questo discorso “viene portato avanti anche da alcuni partiti politici, che svolgono azioni di propaganda sul campo, agevolate dalle autorità regionali”, hanno aggiunto.

Denunciando “le violazioni dei diritti umani” di cui sono vittime i migranti, le Ong hanno invitato le autorità tunisine “a combattere l’incitamento all’odio, la discriminazione e il razzismo nei loro confronti e ad intervenire in caso di emergenza per garantire la dignità e i diritti dei migranti”.

La Tunisia, il cui tratto di costa dista meno di 150 chilometri dall’isola italiana di Lampedusa, registra molto regolarmente tentativi di fuga dei migranti, per lo più africani subsahariani, verso l’Italia. 

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