Sudan, ripristinato il web. Ma solo per un avvocato

di Enrico Casale
Internet in Sudan

Internet ha ripreso a funzionare in Sudan, ma solo per una persona. Dopo tre settimane è stato ripristinato il collegamento al web, ma l’unico che ne beneficerà sarà Abdel-Adheem Hassan, un avvocato che ha vinto una causa contro l’operatore delle telecomunicazioni Zain Sudan per il blackout ordinato dalla giunta militare.

In Sudan, internet è stato interrotto dopo la dura repressione ad opera delle forze di sicurezza che ha colpito i manifestanti accampatisi nel centro di Khartoum per chiedere la fine del governo dei militari.

Attualmente Hassan è l’unico civile in grado di accedere a internet senza dover ricorrere a sofisticati impianti. L’avvocato ha detto che tornerà in tribunale oggi, martedì 25 giugno, per conquistare il diritto al collegamento per altre persone. «C’è un’udienza di tribunale oggi e un’altra domani, speriamo che almeno un milione di persone possano accedere a internet entro la fine della settimana», ha aggiunto.

Il corrispondente locale della Bbc, Mohamed Osman, ha però segnalato che internet rimane bloccato nonostante l’ordine del tribunale di domenica. Hassan ha dichiarato: «L’operatore non mi ha fatto vedere ordini scritti per disconnettere internet. Tutti cercano di evitare la responsabilità, nessuno vuole essere personalmente responsabile: è un crimine e una violazione internazionale dei diritti umani».

Ieri, le Nazioni Unite hanno esortato le autorità sudanesi a garantire agli osservatori dei diritti umani l’accesso al Paese e porre fine alla «repressione» contro i manifestanti. La responsabile delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, durante il suo discorso di apertura del Consiglio dei diritti umani a Ginevra ha chiesto al governo militare di porre fine al blackout di internet.

L’esercito sudanese ha assunto il potere l’11 aprile dopo aver rimosso dal suo incarico il presidente Omar al-Bashir, dopo mesi di proteste e disordini. Il Consiglio militare di transizione, composto da sette membri e guidato dal generale Abdel Fattah Abdelrahman Burhan, ha però faticato a restituire la normalità al Paese e ha dovuto affrontare la condanna internazionale per aver lanciato un attacco violento contro i manifestanti a Khartoum il 3 giugno.

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