Sudan, approvata la Costituzione di transizione

di Enrico Casale

Il Consiglio militare del Sudan e la principale coalizione di movimenti di opposizione hanno approvato insieme la Costituzione di transizione che aprirà la strada a un periodo di transizione verso nuove elezioni. Ad annunciarlo, il mediatore dell’Unione Africana, Mohamed Hassan Lebatt, che però non ha fornito alcun dettaglio.

Il documento è il frutto di un lungo e travagliato periodo di instabilità iniziato con le proteste scoppiate a dicembre dopo che il governo di Bashir aveva imposto misure di austerità. Ad aprile, i militari hanno poi costretto alle dimissioni (e arrestato) il presidente Omar al-Bashir. la pace non è però tornata nel Paese. Manifestazioni oceaniche dell’opposizione si sono succedute una all’altra. Alcune di esse sono state duramente represse dai militari. Nonostante queste tensioni, militari e opposizione hanno continuato a tenere incontri per stabilire le regole base di una transizione che portasse a nuove elezioni. A luglio, le parti hanno firmato un accordo di massima che prevedeva la condivisione del potere, ma senza diffondere ulteriori dettagli.

Ieri sera però è stato firmata l’intesa che dà il via libera alla Costituzione di transizione. L’accordo sulla dichiarazione è arrivato dopo che il consiglio militare ha annunciato che nove soldati dell’Rsf erano stati arrestati e detenuti in relazione all’uccisione di manifestanti, tra cui quattro scolari, questa settimana. Le morti avevano provocato manifestazioni di massa in tutto il paese e causato ritardi nei colloqui.

Da quanto si è venuto a sapere, il documento fissa i termini di un periodo transitorio di tre anni concordato il mese scorso dal consiglio militare e dai leader dell’opposizione. L’accordo di condivisione del potere prevede inoltre la creazione di un organo di governo composto da sei civili e cinque generali.

Una bozza della dichiarazione vista dall’agenzia di stampa Reuters afferma che le Rapid Support Forces (Rsf), forze paramilitari accusate di aver ucciso i manifestanti, saranno ora poste sotto il comando generale delle forze armate e il servizio di intelligence sarà co-supervisionato dal consiglio sovrano e il gabinetto.

Finora le parti hanno concordato che la condivisione del potere durerà 39 mesi. In questo periodo, saranno formati un consiglio sovrano, un gabinetto e un organo legislativo. Un generale dirigerà il consiglio per i primi 21 mesi, un civile per i restanti 18. Un primo ministro, nominato dal movimento democratico, dirigerà il gabinett, ma i ministri della Difesa e degli Interni saranno scelti dai militari.

Il lungo periodo di transizione è visto come una vittoria per il movimento democratico: i generali avevano minacciato elezioni rapide dopo la repressione del 3 giugno. I manifestanti sostengono che il regime di Bashir è così profondamente radicato che ci vorrà del tempo per smantellare la sua rete politica e aprire la strada a elezioni libere ed eque.

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