Sudafrica: pedalate nella polvere

di AFRICA

Settecento chilometri di percorso, una settimana di pedalate no limits, mille ciclisti tra i più forti al mondo. Sono i numeri della Cape Epic che si corre ogni primavera sui sentieri mozzafiato del Western Cape.

Il ciclista olandese Bart Brentjens, ex campione olimpionico nelle specialità enduro e downhill, l’ha definita «il Tour de France della mountain biking». Come dargli torto? È la corsa a tappe più attesa e partecipata dell’anno. Ogni primavera raduna in Sudafrica milleduecento ciclisti di mountain bike: i più forti e agguerriti. In dieci anni la Cape Epic è diventata l’evento clou della stagione agonistica. L’appuntamento imperdibile a cui ogni professionista vuole arrivare al massimo della sua forma, dopo mesi di durissima preparazione atletica, test di resistenza, prove a cronometro.

La prossima edizione si svolgerà dal 17 al 24 marzo 2019. Nell’arco di una settimana, 600 squadre (composte da coppie di corridori) provenienti da una trentina di nazioni diverse si sfideranno lungo un percorso di settecento chilometri che si snoderà nel Capo Occidentale, la splendida provincia sudafricana accarezzata da due oceani (Indiano e Atlantico). Il circuito, ogni anno diverso, si dipana per un intrico di sentieri mozzafiato che toccano le principali attrazioni della regione: il Capo di Buona Speranza, Città del Capo, le Wine Lands (la zona dei nobili vitigni sudafricani), le pittoresche località di Stellenbosh e Parl, il Parco Nazionale di Table Mountain e l’incontaminata Garden Route.

«Nessuna gara ciclistica al mondo può vantare uno scenario tanto suggestivo e maestoso», fa notare giustamente Kevin Vermaak, 43 anni, manager sudafricano, grande appassionato di mountain bike, che nel 2004 ha fondato la Cape Epic. «Non si tratta di una vacanza cicloturistica. È una gara dura, a tratti spietata, che richiede una rigorosa preparazione psicofisica». I corridori, uomini e donne divisi per categoria, attraversano zone selvagge e deserte in condizioni meteo spesso avverse. Il regolamento impone alle coppie di atleti di correre sempre appaiate, pena la squalifica dalla competizione della propria squadra. I tempi di ogni tappa si sommano fino a stilare la classifica finale. L’albo d’oro della Cape Epic mostra una sfilza di vittorie siglate da campioni europei e sudafricani bianchi. Ma il futuro potrebbe riservare delle sorprese. Nella Nazione Arcobaleno – considerata un paradiso naturale per gli appassionati di mountain bike – stanno infatti emergendo dei giovani corridori di talento, come il fortissimo Theo Ngubane, che ambiscono a vincere la più epica delle sfide.

(Christine Naidoo)

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