Savimbi e Tshisekedi riposano in pace

di Enrico Casale
Tshisekedi

La regione dell’Africa australe ha sepolto due protagonisti della vita politica degli ultimi trent’anni. Nella Rd Congo si sono tenute le esequie di Etienne Tshisekedi, in Angola quelle di Jonas Savimbi.

Etienne Tshisekedi è stato uno dei principali politici congolesi dall’indiependenza del Paese. Nel 1984, Tshisekedi, fondò la principale formazione di opposizione, l’Unione per la democrazia e il progresso sociale, dopo aver rotto l’alleanza con Mobutu Sese Seko. Dopo la caduta di quest’ultimo nel 1997, Tshisekedi divenne il principale avversario dell’ex presidente Laurent Kabila e, poi, di suo figlio, il presidente Joseph Kabila. Etienne Tshisekedi è morto in un ospedale di Bruxelles all’inizio del 2017 dopo una lunga battaglia contro un’embolia polmonare. Aveva 84 anni. L’allora governo Joseph Kabila pose numerose condizioni al rientro della salma che è poi tornata in patria poche settimane dopo l’ascesa alla presidenza di suo figlio, Felix, alla presidenza. Nel fine settimana è stato celebrato come un eroe nazionale.

Anche l’Angola ha finalmente fatto i conti con una delle figure più importanti della sua storia. Sabato, Jonas Savimbi, storico leader dell’opposizione, è stato sepolto nel suo villaggio natale con un funerale pubblico. Un importante segnale per la riconciliazione nazionale diciassette anni dopo la fine di una sanguinosa guerra civile.

Centinaia di persone hanno accompagnato i suoi resti a Lopitanga, nel centro del Paese, dove è stato sepolto.
«Per 17 anni, abbiamo aspettato questo momento», ha detto Isaias Samakuva, un ex comandante dall’Unione Nazionale per l’Indipendenza totale dell’Angola (Unita), formazione ribelle legata al mondo occidentale che si è poi trasformata in partito politico. Jonas Savimbi, noto come «il gallo nero», è stato ucciso il 22 febbraio 2002 durante uno scontro con l’esercito vicino a Luena. Aveva 67 anni. Il giorno dopo, i soldati lo seppellirono in fretta nella città, dopo che la televisione nazionale aveva messo in onda le immagini del suo corpo pieno di proiettili. Meno di due mesi dopo, un cessate il fuoco, pose fine a 27 anni di conflitto.
«Aveva sempre detto che voleva tornare a casa, dove suo padre è sepolto – ha spiegato uno dei suoi trenta figli, Cheya Savimbi -. Questi funerali sono un segno importante per la riconciliazione nazionale».

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