Rdc e Belgio, un passato “glorioso e triste”

di claudia

di Andrea Spinelli Barrile

Un passato comune “glorioso e triste” che convince tutti a “guardare al futuro”: è con queste parole che il presidente congolese Felix Tshisekedi ha accolto re Filippo del Belgio e consorte in quella che è la prima, storica, visita da parte dell’ex-colonizzatore, nipote dell’ex-proprietario indiscusso delle terre oggi chiamate Repubblica Democratica del Congo, tra Ottocento e Novecento proprietà personale di re Leopoldo II del Belgio. In una conferenza stampa congiunta tenutasi ieri, il presidente congolese ha così declinato il suo personalissimo “scordiamoci il passato e andiamo avanti”, lasciando al Belgio l’onere di “pensare” a come riparare questo doloroso passato.

Durante il secondo giorno di visita, re Filippo ha visitato il museo nazionale di Kinshasa e ha approfittato del momento per riconsegnare una maschera tradizionale trafugata dai suoi antenati, un momento simbolico per entrambe le parti. Si tratta della maschera Kakungu, usata dai Suku nei rituali di protezione e guarigione: “È un oggetto d’arte modellato in Congo dallo scultore Ngoy e portato in Balegio più di settant’anni fa da un ricercatore del museo Tervuren. Quest’opera di grande bellezza è oggetto di un prestito illimitato dal Museo Reale dell’Africa Centrale a Tervuren al Museo Nazionale di Kinshasa”, ha detto re Filippo durante la breve cerimonia di consegna del manufatto. Non si tratta quindi di una restituzione vera e propria ma, come detto dal re, di un “prestito illimitato”.

Partecipando alla parata sulla spianta del Parlamento congolese il re belga ha manifestato, durante il suo discorso ufficiale, il rammarico del Belgio e dei suoi reali per il passato coloniale: “In occasione del mio primo viaggio in Congo, davanti al popolo congolese e a chi ancora oggi ne soffre, desidero ribadire il mio più profondo rammarico per le ferite del passato” ricordando che “il regime coloniale era basato sullo sfruttamento e sul dominio. Questo regime era quello di un rapporto ineguale, di per sé ingiustificato, segnato da paternalismo, discriminazione e razzismo. Ha dato luogo a violenze e umiliazioni”. Non esattamente delle “scuse” ma sicuramente parole importanti, anche perché espresse per la prima volta da un reale del paese europeo: la parola “rimpianto” era già stata scelta da Filippo in una lettera al presidente congolese Tshisekedi due anni fa, in occasione del 60esimo anniversario dell’indipendenza della Rdc.

Ma la visita di re Filippo in Rdc non è solo cerimoniosità e eventi ufficiali. Il Congo rimane “il nostro partner più importante in Africa”, ha sottolineato il re Filippo, elogiando l’immenso potenziale economico della Repubblica Democratica del Congo: “Le opportunità della Rdc sono immense: una biodiversità eccezionale con foreste tanto importanti per la cattura della Co2, le risorse del vostro sottosuolo, una rete fluviale immensa in grado di fornire ciò che potrebbe diventare la più grande rete idroelettrica del mondo e consentire così la produzione di energia pulita per l’intera regione”.

Da parte sua, il capo di Stato congolese ha accolto con favore la ripresa del commercio e della cooperazione nei settori dei diamanti, dell’energia e dei porti, invitando gli investitori belgi ad accelerare il passo: “Questa è per me un’opportunità per lanciare un vibrante appello alle aziende belghe interessate al mercato congolese, per concretizzare gli scambi che ho avuto con i rappresentanti della loro società durante la prima visita in Belgio”, ha dichiarato Tshisekedi, proponendo di identificare i progetti che concretizzeranno questa rinnovata cooperazione belga-congolese.

Il caporale Albert Kunyuku, ultimo veterano congolese ad aver combattuto per il Belgio nella seconda guerra mondiale

“È un inizio”, ha commentato a Rfi il deputato Guy Mafuta che ha aggiunto: “Le parole si perdono, riconoscimento, restituzione e riparazione devono guidare la nostra azione da oggi”, sottolineando che “la cosa più importante oggi è la cooperazione economica”. Ma non tutte le reazioni sono state così concilianti. La deputata Geneviève Inagosi non è soddisfatta: “Aspettiamo le riparazioni: penso che i soldi del Congo abbiano anche costruito il Belgio, per questo stiamo aspettando che il Belgio fornisca risorse per ricostruire la Rdc”. L’attore e politico congolese Moise Moni Della ha scritto una lettera aperta al re belga, pubblicata su Africa news, chiedendo il suo coinvolgimento per il ritorno alla pace nell’est della Rdc, dove la violenza si è cronicizzata nei decenni.

Durante la giornata di mercoledì inoltre il re del Belgio ha incontrato il caporale Albert Kunyuku, ultimo veterano congolese ad aver combattuto per il Belgio nella seconda guerra mondiale: durante la cerimonia al memoriale dei veterani è stata deposta una corona di fiori, Filippo ha incontrato il veterano e gli ha donato una medaglia al valore: “Non ho mai chiesto niente ai belgi, sono loro che mi hanno consegnato la medaglia: se mi decorano di buon cuore, allora li ringrazio”, ha dichiarato a Rfi il veterano congolese, che lamenta il fatto di non aver mai ricevuto alcun riconoscimento, né pensione particolare, da parte del Belgio per i servigi resi in Birmania durante la guerra: “Continuiamo a condurre una vita infelice”.

La questione delle riparazioni per il passato coloniale è centrale anche per i tanti congolesi intervistati dai media internazionali in questi giorni: “Servono riparazioni, sia per la famiglia Lumumba che per il popolo congolese. E quando il re arriverà qui in Congo, dovrà scusarsi con il popolo congolese per tutto quello che il Belgio ha fatto ai nostri compatrioti. I rimpianti non bastano” ha dichiarato un ingegnere 45enne di Kinshasa all’Afp.

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