Nigeria, i musulmani dicono «no» alla legge che parifica i sessi

di Enrico Casale
donne nigeriane
Donne musulmane protestano contro il Governo di Abuja

Donne musulmane protestano contro il Governo di Abuja

Il testo di una legge che assicura uguali diritti a uomini e donne nelle pratiche di eredità divide la Nigeria. I musulmani del Nord non l’accettano, difendendo il predominio che, a loro parere, il Corano assicurerebbe agli uomini. I cristiani del Sud, invece, hanno salutato con gioia la nuova norma.

Il testo è stato elaborato grazie a una campagna serrata da parte di numerosi gruppi di attivisti. Se entrasse in vigore, le donne non potrebbero più essere essere discriminate e, in caso di eredità, avrebbero gli stessi diritti degli uomini. A marzo, il Senato della Nigeria aveva però respinto una versione precedente del disegno di legge, dicendo che era incompatibile con la cultura nigeriana e credenze religiose. Da qui è partita una trattativa che ha portato al testo attuale.

La Nigeria è una nazione profondamente religiosa, ma è divisa in due parti: il Nord, musulmano; il Sud, cristiano-animista. A ottobre, l’Associazione cristiana della Nigeria aveva dato il suo via libera all’attuale disegno di legge, perché nel «Cristianesimo tra maschio e femmina non esistono differenze in materia di eredità».

Mohammed Sa’ad Abubakar, sultano di Sokoto

Mohammed Sa’ad Abubakar, sultano di Sokoto

Il mondo musulmano ha invece reagito male. Il sultano di Sokoto, Mohammed Sa’ad Abubakar (una delle maggiori autorità islamiche nigeriane), ha detto che i musulmani non possono accettare la violazione della legge islamica che garantisce agli uomini una prevalenza sulle donne. Parlando in una cerimonia di recitazione coranica nello Stato di Zamfara, il sultano ha dichiarato: «La nostra religione è il nostro modo di vivere. Pertanto non accetteremo alcuna mossa che intende cambiare quello che Allah vuole». Ha poi aggiunto: «L’Islam è una religione di pace, abbiamo vissuto in pace con i cristiani e seguaci di altre religioni in questo Paese. Quindi dovrebbe esserci consentito di continuare a praticare serenamente la nostra religione e mettere in pratica il nostro credo».

L’attivista per i diritti umani Bukky Shonibare ha definito il rifiuto della proposta di legge «un triste giorno per le donne nigeriane» e ha dimostrato «come siamo indietro». Da parte loro, i legislatori hanno dichiarato che prenderanno in considerazione le diverse posizioni prima di prendere una qualsiasi decisione.

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