Mozambico | Cabo Delgado, violenza e Covid

di Enrico Casale
jihadisti mozambico

Dopo le violenze subite dai miliziani jihadisti, il coronavirus. Non c’è pace per le popolazioni del Nord del Mozambico. Secondo il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr), gli scontri tra le forze governative e gli insorti islamisti nella provincia di Cabo Delgado hanno costretto migliaia di cittadini a fuggire verso un hotspot del Covid-19. Qui sono stati esposti al contagio, secondo Raoul Bittel, responsabile delle operazioni del Cicr a Pemba.

È da due anni che la regione settentrionale del Mozambico è sconvolta da continui attacchi da parte di gruppi di miliziani del gruppo conosciuto come al-Shabab (la gioventù). Un gruppo sul quale aleggia il mistero. Ufficialmente si dichiara vicino allo Stato islamico e rivendica l’islamizzazione della regione. In realtà non si sa quali interessi ci siano dietro la sua comparsa. Alcuni analisti parlano però anche di interessi di grandi organizzazioni criminali interessate a creare una enclave attraverso la quale far passare traffici illegali. Certo è che, facendo leva sulle frustrazioni locali (disoccupazione, elezioni truccate, corruzione e violenza), stanno arruolando decine di giovani. Negli ultimi mesi si è notata una escalation degli attacchi. I miliziani hanno mezzi migliori (jeep, armi automatiche, ecc.) e compiono azioni continue non solo a sperduti villaggi, ma anche a centri importanti come Mocimboa da Praia.

Di fronte a questa guerriglia, le popolazioni sono spinte a lasciare i villaggi e a cercare rifugio a Sud. Anche a rischio del coronavirus.

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