Mali: accordo di Roma tra ribelli e governo, fastidio francese

di claudia
Ismael Wagué

Storica firma dell’ ‘Accordo di principio di Roma’ tra i movimenti firmatari dell’Accordo di Algeri e il governo maliano. L’accordo è l’esito di quattro giorni di incontri mediati da Ara Pacis Initiatives for Peace Onlus e culminati con la firma del ministro maliano per la Riconciliazione Ismael Wagué (foto di apertura), del presidente della Cma Bilal Ag Cherif, del presidente della Platforme du 14 Juin 2014 d’Alger Hanoune Ould Ali e, per la mediazione, della presidente di Ara Pacis Maria Nicoletta Gaida.

di Valentina Milani

Il documento sancisce la collaborazione tra i maggiori movimenti armati del nord e il governo maliano e integra la partecipazione dei leader comunitari tradizionali e delle organizzazioni femminili e giovanili nel Cadre strategique permanant (Csp), unione tra movimenti armati nata a Roma nel maggio 2021 alla presenza del ministro degli Esteri Luigi di Maio sempre con la mediazione di Ara Pacis.

Un accordo che è stato stipulato in un contesto di crescente tensione tra Bamako e Parigi, culminato con l’invito rivolto il 31 gennaio dalle autorità di transizione maliane all’ambasciatore francese in Mali, Joël Meyer, a lasciare il Paese entro 72 ore. Un accordo che, come hanno sottolineato alcuni osservatori, è stato messo a punto nel corso di incontri che si situano completamente al di fuori del quadro multilaterale per la gestione degli accordi di pace.

L’irritazione e la preoccupazione generata da questo summit nella comunità internazionale, soprattutto in Francia, è infatti emersa nelle parole dell’ex ambasciatore francese Nicolas Normand che, a Tv5Monde, cercando di rassicurare sulla non rottura dei rapporti con Bamako, si è lasciato sfuggire che, secondo lui, invece che espellere l’ambasciatore francese, le autorità maliane avrebbero dovuto farlo con l’ambasciatore italiano in Mali, in quanto a Roma erano in corso incontri di mediazione con i ribelli Tuareg.

In ogni caso, la collaborazione messa a punto è finalizzata a favorire pace, sicurezza e stabilità nei territori del nord e, per estensione, in tutto il Paese e nell’intera area sahelo-sahariana, in un’ottica di sostegno all’applicazione dell’accordo di Algeri. A tal fine sono stati precisati a Roma gli obiettivi e la governance del coordinamento, da oggi denominato ‘Cadre strategique permanant pour la reconciliation, la securité et le developpment’.  L’accordo vuole infatti essere un contributo fondamentale per il contrasto alla migrazione clandestina e al terrorismo che hanno il loro epicentro nel nord del Mali e favorire la sicurezza del contingente italiano inquadrato nell’operazione Takuba, schierata in Mali proprio per tali obiettivi.

Il colpo di Stato del 2012, con il quale fu deposto l’allora presidente Amadou Toumani Touré, diede il via a un’offensiva tuareg che permise ai combattenti di conquistare il nord del Paese e ai gruppi islamici, alcuni dei quali legati ad al Qaeda, di estendere la loro azione. L’intervento delle truppe francesi, nel 2013, ha impedito ai gruppi jihadisti di raggiungere la capitale Bamako. Ad oggi, tuttavia, intere zone nel nord del Paese sfuggono ancora al controllo delle forze maliane e internazionali presenti nel Paese, nonostante l’accordo di pace tra governo centrale e ribelli tuareg siglato nel giugno 2015.

Ara Pacis Initiatives for Peace Onlus dal 2012 porta avanti iniziative a sostegno della pace, della sicurezza e dello sviluppo nell’area Sahelo-Sahariana. In virtù di questo risultato storico, Ara Pacis ha firmato con il ministero della Riconciliazione del Mali un accordo di partenariato che prevede il sostegno di Ara Pacis al governo per tutte le attività che attengono alla riconciliazione nazionale.

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