Mali, 61 anni di indipendenza, con molte difficoltà

di claudia

Il Mali celebra oggi il 61esimo anniversario della sua indipendenza, in un clima di crescente insicurezza, a poche settimane dal colpo di stato militare incruento. Bamako ottenne l’indipendenza dalla colonizzazione francese il 22 settembre 1960.

In un discorso alla Nazione pronunciato ieri sera il presidente della Transizione, il colonnello Assimi Goïta, ha richiamato l’attenzione dei suoi connazionali sull’entità delle violenze in Mali: “Di fronte al deterioramento della sicurezza nel Sahel e in particolare in Mali, sono stati fatti enormi sacrifici sia in termini umani che materiali. Il rafforzamento delle capacità operative è stato ampiamente diversificato, estendendosi alle risorse aeree con l’acquisizione di nuovi velivoli”, ha indicato Goïta.

“Al fine di rafforzare ulteriormente la forza lavoro e di far fronte alle complesse sfide di sicurezza del momento, anche la gestione delle risorse umane dell’esercito ha subito una grande innovazione con l’istituzione del sistema integrato di gestione del personale della difesa” ha dichiarato Goïta illustrando le riforme in corso.

Il presidente di transizione ha anche ricordato l’imminente apertura di una scuola di guerra in Mali, un progetto volto a garantire l’autonomia del Paese nella formazione di alto livello degli alti ufficiali della catena di comando: “Questa scuola fornirà alle forze di difesa e sicurezza uno strumento efficace di riflessione, ricerca e analisi su questioni strategiche, una competenza essenziale per affrontare le sfide odierne” ha sottolineato Assimi Goïta.

Il Mali ottenne l’indipendenza nel 1960, dopo essersi unito per alcuni mesi alla federazione con il Senegal. Il primo presidente è stato Mobido Keita, deposto da un gruppo di ufficiali dell’esercito guidato da Moussa Traoré nel 1968. Durante la guerra fredda il Mali si schierò con l’Unione Sovietica applicando un socialismo moscovita come modello economico dominante: tra il 1970 e il 1980 furono ben cinque i tentativi, infruttuosi, di un colpo di stato contro Traoré, seguiti da una lunghissima serie di scioperi nei primi anni Ottanta.

Gli anni Novanta hanno visto una transizione democratica piuttosto cruenta, con la deposizione di Traoré nel 1991 e l’istituzione di un governo di transizione da parte del generale Amadou Toumani Touré, che lasciò il potere come promesso nel giugno 1992 dopo l’elezione di Alpha Oumar Konaré, ritiratosi nel 2002 come imponeva la Costituzione. Touré, divenuto ex-generale, fu eletto presidente e mantenne la carica fino al 2012, quando un nuovo colpo di Stato lo sollevò dal potere. Fu sostituito brevemente dal militare Amadou Haya Sanogo, a sua volta sostituito in meno di un mese da Dioncounda Traoré, Presidente del Mali ad interim dal 12 aprile 2012 al settembre 2013, designato dalla giunta militare. Alle elezioni del 2013 fu eletto Ibrahim Boubacar Keïta, arrestato ad agosto 2020 dai militari nell’ambito di un colpo di stato e costretto ad annunciare in diretta tv le proprie dimissioni. Attualmente il Mali è guidato da una giunta militare agli ordini del l colonnello Assimi Goïta.

Condividi

Altre letture correlate: