L’Oceano come bene comune: il Marocco guida la svolta blu del continente

di claudia

di Céline Camoin

Al vertice “L’Africa per l’oceano”, re Mohammed VI invoca una governance marittima africana integrata, sostenuta da investimenti e cooperazione. L’oceano non è più solo risorsa: è sovranità, sviluppo e futuro condiviso.

 “L’economia blu non è un lusso ecologico: è una necessità strategica. Acquacoltura sostenibile, energie rinnovabili offshore, industrie portuali, biotecnologie marine, turismo costiero responsabile: tutti questi settori hanno un futuro a condizione che siano strutturati, interconnessi, concepiti come una catena del valore e supportati da investimenti sostanziali e standard adeguati”. È un passaggio del messaggio trasmesso ieri dal re del Marocco Mohammed VI al vertice “L’Africa per l’oceano”, svoltosi a margine della Conferenza delle Nazioni Unite sull’Oceano in corso a Nizza.

Co-presidente di questo vertice, assieme alla Francia, il Marocco sostiene una rilettura strategica del ruolo marittimo africano, strutturata attorno a tre assi: la crescita blu, il rafforzamento della cooperazione Sud-Sud e dell’integrazione regionale attorno alle aree oceaniche e l’efficacia marittima attraverso sinergie atlantiche.

“Lo sforzo deve essere collettivo, perché la sfida non è solo nazionale: è continentale. Non basta condividere un oceano. Dobbiamo anche pensarlo insieme, gestirlo insieme e difenderlo insieme. Solo un approccio africano coordinato può ottimizzare le catene del valore marittime, proteggere le rotte commerciali e acquisire una quota più equa delle risorse oceaniche mondiali”. Indica il messaggio di Mohammed VI, letto dalla principessa Lalla Hasnaa, in rappresentanza del monarca. “L’Africa deve essere parte attiva nella protezione della biodiversità marina, delle risorse genetiche e delle aree marine protette – prosegue il messaggio -. Spetta a essa dotarsi di meccanismi di sicurezza marittima adeguati alle proprie esigenze e, d’ora in poi, parlare con una sola voce sulla scena oceanica globale”.

mohammed VI
Mohammed VI

Sottolineando che la costa atlantica africana è stata un asse particolarmente trascurato, sebbene rappresenti un potenziale incommensurabile di apertura, transito ed espansione per il continente, il messaggio del re menziona l’iniziativa marocchina “Iniziativa degli Stati dell’Africa Atlantica”, che mira a rendere questa costa una zona di dialogo strategico, sicurezza collettiva, mobilità e integrazione economica, dotata di una governance collegiale, mobilitante e pragmatica senza precedenti. “La nostra visione di un’Africa atlantica che valorizzi questo oceano non coinvolge solo i paesi costieri, ma si estende anche ai paesi fratelli del Sahel, che hanno la responsabilità di fornire uno sbocco marittimo strutturante e affidabile. È con questo stesso spirito di solidarietà e prosperità condivisa che abbiamo avviato il progetto del gasdotto atlantico africano, che funge da corridoio di interconnessione energetica e da vettore per nuove opportunità geoeconomiche nell’Africa occidentale”.

L’oceano, ha ricordato il re, “è la nostra sovranità alimentare, la nostra resilienza climatica, la nostra sicurezza energetica e la nostra coesione territoriale. Riflette chi siamo, cosa consumiamo, cosa sfruttiamo e, di conseguenza, cosa lasceremo alle spalle. (…) L’oceano è e rimarrà un filo conduttore e un orizzonte condiviso che spetta a tutti noi proteggere e trasformare in uno spazio di pace, stabilità e sviluppo. L’Africa, che non è mai più forte di quando parla con una sola voce, è al centro di questo ambizioso progetto, e il Marocco, con i suoi 3.500 chilometri di costa e 1,2 milioni di chilometri quadrati di spazio marittimo, si impegna con energia e determinazione a fare la sua parte in questo sforzo collettivo”. 

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