La riforma costituzionale accende lo Zambia

di Enrico Casale
cartellone della campagna elettorale del presidente Lungu

Un duro colpo per la democrazia? Da settimane, lo Zambia è stato travolto da forti polemiche per una controversa riforma costituzionale che rafforza i poteri del presidente Edgar Lungu. Obiettivo delle critiche dell’opposizione e della società civile, questa riforma sarà presto discussa dall’Assemblea nazionale, dove il Fronte patriottico (Fp) di Lungu ha una maggioranza assoluta di deputati.

Se votato così com’è, il disegno di legge estende i poteri del presidente.  Il capo dello Stato potrà nominare giudici e ministri e potrà far assumere al governo la responsabilità della politica monetaria dalla Banca centrale al governo.

«Questo testo scaverà la tomba alla democrazia in Zambia – ha affermato Sishuwa Sishuwa Sishuwa, un professore di Scienze politiche molto rispettato all’Università dello Zambia -. È stato progettato innanzitutto per consolidare la presa del presidente sul Paese e rendere sostanzialmente impossibile licenziare il capo di Stato».

Il clima politico in Zambia, che per anni è stato tranquillo, si è notevolmente deteriorato dopo la contestata rielezione nel 2016 di Lungu, che è stato accusato di deriva autoritaria. Arrivando al secondo posto, il suo principale avversario, il leader del Partito per lo sviluppo nazionale ( UPND ), Hakainde Hichilema, ha sempre rifiutato di riconoscere la vittoria di Lungu, sostenendo che è stata messa in atto una grande frode.

Hichilema è stato incarcerato per quattro mesi nel 2017 per «aver ostruito il convoglio presidenziale», un crimine qualificato dai tribunali come «tradimento». Le accuse contro di lui sono poi state ritirate, ma Hichilema ha denunciato un clima di repressione crescente in Zambia.

I sospetti di autoritarismo contro Edgar Lungu si sono riaccesi quando gli è stato concesso dalla Corte costituzionale l’anno scorso di candidarsi alle elezioni nel 2021. La Legge fondamentale prevede che il Capo dello Stato possa candidarsi per soli due mandati di cinque anni. Eletto per la prima volta nel 2015 come successore di Michel Sata, deceduto in servizio, Lungu è stato rieletto nel 2016.

L’opposizione ritiene che non possa più essere candidato nel 2021, ma il più alto organo giudiziario del Paese ha dato il via libera. Per convincerli, Lungu ha esortato pubblicamente i giudici a non «gettare il Paese nel caos».

In questo clima, l’annuncio della riforma costituzionale ha provocato una nuova protesta e ha convinto la società civile a unirsi all’opposizione contro il Presidente. Con la musicista Chama Fumba, processata per una canzone che le autorità hanno ritenuto ostile al presidente, l’attivista Laura Miti ha lanciato una campagna a luglio, chiamata «Yellow Card», contro la corruzione e le riforme del regime.

Anche l”Associazione degli avvocati dello Zambia è scesa in campo. «Questo disegno di legge rafforza i poteri dell’esecutivo a spese del Parlamento, quindi è incostituzionale», ha dichiarato Muna Ndulo, professore di legge e membro dell’associazione.  Anche il leader dell’opposizione Hakainde Hichilema ha dichiarato guerra al testo con argomenti molto politici. «Volete davvero che Edgar Lungu rimanga al potere per altri sette anni? – ha detto alla stampa -. Chi sarà ancora vivo alla fine? La povertà ci sta uccidendo».

Nonostante queste polemiche contro il suo progetto di riforma, il capo dello Stato non sembra pronto a cedere.
«Abbiamo sfidato la tempesta per preparare questa Costituzione. Sostenete il provvedimento – ha dichiarato Edgar Lungu ai parlamentari -. Se non volete cambiare, lo faremo lo stesso».

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