Etiopia, “Tplf blocca la consegna di aiuti nel Tigray”

di claudia
Tigray

La chiusura della strada di Abala, nella regione Afar, da parte dei combattenti del Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf), sta impedendo il trasporto degli aiuti umanitari del Programma alimentare mondiale (Pam) nella regione del Tigray, nel nord dell’Etiopia. Lo ha dichiarato il governo etiopico in risposta alle autorità del Tigray che hanno denunciato il mancato arrivo degli aiuti promessi con la dichiarazione di una tregua umanitaria da parte di Addis Abeba.

Nella nota il governo afferma di aver consentito “un’intera settimana di trasporto aereo a diverse organizzazioni umanitarie internazionali” che hanno cominciato a far arrivare nella regione del Tigray medicinali, attrezzature mediche, denaro e aiuti alimentari. “Inoltre, il governo ha autorizzato anche il trasporto aereo di altri aiuti umanitari, prendendo provvedimenti immediati”, e “per ampliare l’accesso all’assistenza umanitaria, il Pam è stato autorizzato a trasportare 43 camion di aiuti alimentari a persone bisognose nella regione del Tigray attraverso Abala Road”, ha aggiunto nella nota. Ma questi camion sono rimasti fermi “a causa della chiusura di Abala Road da parte dei militanti del Tplf”.

Addis Abeba ha quindi ribadito il proprio impegno a collaborare con le parti interessate per l’assistenza umanitaria, “invitando i militanti del Tigray a fare la loro parte per facilitare l’erogazione degli aiuti”. A tal fine, il governo etiopico ha sollecitato anche la comunità internazionale perché “faccia pressioni sui militanti del Tigray affinché si ritirino dai distretti di Afar e Amhara e rispettino i loro impegni per il cessate il fuoco”.

Poche ore dopo la dichiarazione di tregua umanitaria da parte del governo, il 24 marzo scorso, anche il Tplf ha annunciato una cessazione delle ostilità “per facilitare l’arrivo senza indugio dell’assistenza umanitaria al popolo del Tigray”. Ma due giorni fa, in un nuovo comunicato, ha denunciato che “negli ultimi quattro giorni non è arrivato alcun aiuto” nella regione”, mentre “le autorità etiopiche continuano a saturare le onde radio con le loro false dichiarazioni sugli aiuti che starebbero arrivando su base giornaliera nel Tigray”. Anche il Tplf ha esortato “la comunità internazionale a chiedere la fine dei giochi di parole e, nel rispetto dell’intesa raggiunta, a esercitare pressioni sufficienti sul regime per consentire l’accesso umanitario illimitato al Tigray”.

La guerra scoppiata nel novembre 2020 tra il Tplf e il governo ha causato migliaia di morti e milioni di sfollati nel Nord dell’Etiopia e nel vicino Sudan. La regione settentrionale del Paese non riceve aiuti via strada dallo scorso dicembre, a causa delle ostilità che, dopo il Tigray, hanno interessato le vicine regioni Amhara e Afar. Stando ai dati diffusi del Pam, quasi il 40 per cento della popolazione del Tigray soffre di una carenza estrema di cibo, mentre in tutte e tre le regioni sono oltre 9 milioni le persone che hanno bisogno di assistenza alimentare umanitaria.

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