Ecco perché Wagner è ancora utile a Mosca

di claudia

di Maria Scaffidi

Perché Wagner non è stata sciolta, ma soltanto sospesa dalla partecipazione al conflitto in Ucraina? La risposta bisogna cercarla in Africa: le riflessioni di Marco Di Liddo, direttore del Centro Studi Internazionali (Ce.S.I.).

“Wagner Group è sopravvissuta al momento in Bielorussia dove si trova anche l’esiliato Yevgeny Prigozhin – dice Di Liddo – proprio per il ruolo che riveste tuttora nel continente africano”. Il Cremlino, spiega l’analista, ha voluto al momento distinguere il piano dell’utilità dal piano della necessità: “Quindi se dal punto di vista dell’utilità bisognava ridimensionare Prigozhin e le sue ambizioni personali, dal punto di vista della necessità Wagner in Africa non può essere cancellato dalla sera alla mattina perché la funzione che ha a livello politico, economico e il livello di influenza e di beneficio per la Russia sono troppo grandi”. Smantellare Wagner in maniera repentina sarebbe stato fuorviante.

“Sicuramente – aggiunge Di Liddo – nel breve periodo il gruppo continuerà a fare le operazioni che ha sempre fatto in Africa, continuando a garantire al Cremlino una serie di benefici. Potrebbe però cambiare proprietario o comandante, e il Cremlino potrebbe sostituire Prigozhin con un’altra personalità magari meno critica, meno ambiziosa e più controllabile”.

Un’altra ipotesi, sul medio e lungo periodo, potrebbe essere quella di un avvicendamento diverso: “Il Cremlino potrebbe pensare a una strategia di rimpiazzo cioè fare in modo che altre compagnie militari private prendano il posto di Wagner in Africa. E – prosegue Di Liddo – di queste compagnie in Russia ce ne sono tante, da quella di Gazprom a quella del ministro della Difesa Shoigu. Questo naturalmente è un processo che ha bisogno di tempo”.

In generale quindi, al momento, secondo il direttore del Ce.S.I., il Wagner Group sopravviverà per una questione di equilibrio tra necessità e utilità nel continente africano. Ma dovrà essere un Wagner Group meno baldanzoso e con una leadership meno baldanzosa dal punto di vista politico.

E non è da escludere che il modello Wagner visto in Africa continui ad essere tale, ma sotto altre forme. “Anche perché in questo momento – conclude Di Liddo – soprattutto se valutiamo le notizie che arrivano dal Mali con il ritiro di totale della Minusma, la missione delle Nazioni Unite, si aprono opportunità anche di consolidamento delle posizioni rispetto alle quali la Russia non può assolutamente rinunciare”.

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