Burkina Faso, attacco ai jihadisti

di Enrico Casale
militari burkinabé

Le forze armate del Burkina Faso stanno passando all’offensiva contro i jihadisti. Il governo di Ouaga ha riferito che, la scorsa settimana, le forze per la difesa e la sicurezza hanno ucciso 29 estremisti in una operazione condotta nell’Est del Paese. Il portavoce delle forze armate Karim Ouili ha detto che l’operazione è stata portata a termine con mezzi aerei e di terra nelle località di Kompienbiga, Kabonga e un’area turistica dedicata alla caccia. Sono state sequestrate anche armi, munizioni e altri materiali.

Il Burkina Faso ha visto un forte aumento di attacchi estremisti negli ultimi anni. Se inizialmente gli attacchi toccavano soprattutto la regione settentrionale del Sahel, ora la minaccia si è spostata verso le foreste ai confini con il Niger. È in questa regione che si presume possa essere detenuto Pierluigi Maccalli, 57 anni, missionario della Società delle missioni africane. Padre Maccalli è stato prelevato la sera di lunedì 17 settembre da otto banditi in motocicletta, che avevano fatto irruzione nella sua abitazione intorno alle 21 e avevano preso i soldi che avevano trovato, un computer, un cellulare e il padre cremasco, che era tornato alla missione da qualche giorno, dopo due mesi passati a Madignano, in compagnia dei familiari.

Dopo la visita di metà gennaio del premier Giuseppe Conte al capo dello Stato Mahamadou Issoufo, la situazione si pareva essersi sbloccata. Erano state ordinate indagini più serrate, forse si è trovato un canale di comunicazione con i rapitori, che dovrebbero essere pastori fulani. Poi è seguito un lungo silenzio. Ora è stata segnalata questa operazione a vasto raggio delle forze armate burkinabè. Un’azione che mira a sradicare la presenza jihadista che troppo spesso si mescola al banditismo locale. La speranza è che queto attivismo porti anche a una veloce liberazione di padre Maccalli.

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