Aviazione africana in profondo rosso

di Enrico Casale
rwanda air

Il settore dell’aviazione è in piena crisi in tutto il mondo e, in particolare, in Africa. Le conseguenze socioeconomiche della pandemia di Covid-19 hanno colpito duramente il comparto. Si stima che le perdite delle compagnie africane potrebbero raggiungere, alla fine dell’emergenza Covid-19, oltre sei miliardi di dollari e tre milioni di lavoratori potrebbero perdere il loro posto.

Alcuni Paesi hanno già adottato misure di sostegno per le loro compagnie. Il Ghana chiede addirittura un «Piano Marshall» per il settore. «Abbiamo bisogno di una politica concertata di sostegno e misure che favoriscano una ripresa, in tutto il continente», ha affermato il ministro dell’aviazione ghanese.

Provvedimenti condivisi da molti leader africani. Il presidente ruandese, Paul Kagame, ha proposto «un apporto di capitale» per aiutare Ruanda Air, la bandiera nazionale, che ha già ridotto gli stipendi del suo personale.

I dirigenti di Air Algeria sono impegnati in discussioni serrate con il governo per ottenere fondi. In cambio propongono un rigoroso piano di ristrutturazione. In Camerun, Camair-Co, una società privata, ha già messo due terzi del proprio personale in cassa integrazione, e ora spera che le autorità pubbliche le forniscano un sostegno economico.

La crisi ha messo a dura prova la società sudafricana Sa Express, una filiale regionale di South Africain Airways, che ha chiuso e licenziato 700 persone. A proposito, una società è morta ancora prima di nascere: Zambia Airways, che doveva vedere la luce quest’anno, ha rinviato il suo lancio. Air Mauritius, invece, è sotto il regime di amministrazione provvisoria.

Infine, Ethiopian Airways, la più grande compagnia africana, in due mesi ha perso 500 milioni di dollari e sta scommettendo sul trasporto merci per cercare di uscirne dalla crisi. Perché la domanda di aerei cargo che volano sulla rotta da e per la Cina sta attualmente esplodendo.

 

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