Al via Champs, un progetto per combattere l’afrofobia in Italia

di Valentina Milani

Nell’Unione Europea (Ue) vivono circa 15 milioni di persone di origine africana: una delle più grandi minoranze del continente, uno dei più consistenti gruppi che subisce atti di discriminazione. Secondo il rapporto “Being black in the EU” (FRA/EU, 2018), il 39% delle persone di origine africana si è sentito discriminato e ha sperimentato tra i più alti livelli di esclusione socio-economica, subito stereotipi negativi e atti di violenza e incitamento all’odio (PAD Week – maggio 2018).

Sempre secondo il rapporto “Being black in the EU”, la discriminazione è particolarmente evidente in Italia: Paese nel quale si riportano rappresentazioni spesso negative degli afrodiscendenti nei media, nei curricula scolastici e nei materiali didattici. La discriminazione basata su background etnico e migrante, secondo il rapporto Being Black, è vissuta nella maggior parte dei settori della vita: salute, educazione, lavoro, media e comunicazione.

Per combattere ogni forma di discriminazione ed esclusione, nella cornice della XVII Settimana di Azione Contro il Razzismo (22-27 marzo), appuntamento tradizionale dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar), prende il via il progetto Champs – Champions of Human rights And community Model countering afro-Phobia and Stereotypes. La settimana si è aperta il 21 marzo in occasione della Giornata Internazionale per la lotta alla discriminazione razziale con il messaggio dell’Unione Europea che “ribadisce il suo fermo impegno per l’eliminazione di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e ogni altra forma di intolleranza”.

Analizzare e decostruire, in Italia, gli atteggiamenti e i linguaggi discriminatori nei confronti delle persone di provenienza africana, grazie al ruolo attivo e rafforzato delle associazioni di afrodiscendenti e a una più diffusa conoscenza e consapevolezza delle dinamiche che li generano. È la missione di Champs, sostenuto dall’Unione Europea, che prevede la collaborazione tra Amref Health Africa Onlus-Italia, Arising Africans, Associazione Carta di Roma, CSVnet, CSV Marche, Divercity APS, Le Réseau, Osservatorio di Pavia e Razzismo Brutta Storia.

Un progetto necessario se si considera che il legame tra afrofobia e odio anti-migranti rimane netto. Secondo la ricerca di IPSOS “Atteggiamenti verso l’identità nazionale, l’immigrazione e i rifugiati in Italia” (agosto 2018), l’Italia è il Paese dell’UE con il maggiore divario tra i migranti “percepiti” e quelli effettivamente presenti nel Paese. Questa falsa percezione influenza l’atteggiamento ostile nei confronti dei migranti e l’identificazione dell’immigrazione tra le massime preoccupazioni degli italiani. L’indagine IPSOS Ciak MigrAction4 sottolinea come stereotipi, stigmatizzazione e messaggi anti-migranti, in particolare nei confronti degli afrodiscendenti, siano legati anche a un basso livello di conoscenza sull’Africa oltre a informazioni distorte o parziali, spesso supportate dai media e dalla politica. “Aumentare la consapevolezza sulla storia dell’Africa, contribuire a cambiarne il racconto stereotipato e puntare sulla sua complessa e importante  identità per concorrere al contrasto degli atteggiamenti e linguaggi discriminatori nei confronti delle persone di provenienza africana”, afferma il Direttore di Amref Health Africa-Italia Guglielmo Micucci.

Nella settimana di attivismo contro il razzismo Amref e tutto il partenariato ha dato avvio ai lavori di Champs, facendo proprie tre azioni chiave che secondo UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione) sono fondamentali per scardinare discriminazione e discorsi d’odio: migliorare la narrazione attraverso dati e analisi, rafforzare i partenariati e le loro capacità di azione.

Attraverso Champs, gli afrodiscendenti e le loro organizzazioni sono formati e sostenuti per svolgere un ruolo attivo come promotori di una nuova consapevolezza diffusa in materia di atteggiamenti e linguaggi discriminatori nei confronti delle persone di provenienza africana. Puntare su ambasciatori che siano sentinelle negli spazi chiave della nostra società, per promuovere una nuova attenzione e capacità di reazione di fronte ad atteggiamenti afrofobici.

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