Africa: la storia ritrovata, di Calchi Novati e Valsecchi

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Africa: la storia ritrovata, di Calchi Novati e Valsecchi

Quello di Calchi Novati – che ci ha lasciato all’inizio dell’anno, poche settimane dopo essere stato ospite dei “Dialoghi sull’Africa“ organizzati dalla nostra rivista – è un nome imprescindibile negli studi sull’Africa. Questa, cofirmata con un altro tra i maggiori conoscitori italiani di storia africana, è la nuova edizione di un volume che dal 2005 era già stato ristampato una decina di volte. Rispetto a prima c’è una rinnovata introduzione, la bibliografia aggiornata e un ultimo capitolo nuovo di zecca, “La storia si fa politica”, che lo rende il manuale, in questo ambito, al momento più aggiornato.

Calchi Novati è tra gli studiosi che si sono sempre battuti a favore della storicità dell’Africa, per quanto la carenza di fonti scritte rappresenti una difficoltà peculiare – e il primo capitolo è infatti utilmente dedicato a una “storia della storia” del continente. Prende le distanze, per esempio, dagli studiosi di fede colonialista quali Reginald Coupland, che nel 1938 poteva scrivere che «in quasi tutte, se non proprio tutte, le sue pagine, la storia dell’Africa orientale è la storia dei suoi invasori», e, per converso accoglie l’opera degli storiografi africani non solo come Ki-Zerbo ma anche come Cheikh Anta Diop, pur giudicando «l’afrocentrismo un sottoprodotto degli studi storici e linguistici» dello scienziato senegalese.

Anche a una prima scorsa il libro appare come una miniera in cui, tra i nomi e le date, i fatti e i protagonisti, emergono di continuo le grandi linee di forza, positive o negative che siano. La conclusione di questa nuova edizione appare più “rosea” della precedente. E uno dei fattori individuati che fanno uscire l’Africa dalla sua condizione di marginalità storica è l’emigrazione, che «ha fatto sì che dinamiche che erano state per decenni relegate nel quadro continentale hanno investito i contesti più vasti delle grandi regioni e dei singoli Paesi verso cui si dirigeva l’emigrazione». Questo, a differenza delle guerre africane che, per quanto collegate a interessi economici transcontinentali, «non avevano riverberi mondiali consistenti».

Ma in un libro come questo c’è molto altro, naturalmente, anche a livello di analisi.

Carocci, 2016, pp. 412, € 29,00

(Pier Maria Mazzola)

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