A Kinshasa un focus sull’emergenza clima, tra dilemmi e avvertimenti

di claudia

di Céline Camoin

Le difficoltà di accedere ai fondi per il clima, il rischio di vedere scomparire quasi la metà delle foreste del mondo entro la fine di questo secolo, il dilemma della sopravvivenza delle popolazioni africane mentre si lotta per ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici: sono stati alcuni dei temi affrontati ieri durante il meeting preparatorio alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si svolgerà a novembre in Egitto, tenutosi a Kinshasa, in Repubblica Democratica del Congo.

“Mentre siamo preoccupati di come gestire le emergenze che il cambiamento climatico sta causando nelle regioni più esposte ad esso, sottolineiamo che è ancor più urgente approfondire i cambiamenti strutturali che l’adattamento ai cambiamenti climatici impone alle comunità dei Paesi meno sviluppati, che spesso si trovano prive delle risorse tecnologiche e finanziarie per farlo”, ha osservato Eve Bazaiba, vice primo ministro e ministro dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, nel discorso di apertura.

La viceministra ha ricordato che “dobbiamo sfruttare le nostre risorse naturali e trovare pane per i nostri figli, ma ci sono sempre più ostacoli legati alla necessità di ridurre le nostre emissioni. Diversi Paesi africani stanno lottando per fare una scelta tra la sopravvivenza delle loro popolazioni e il controllo delle emissioni di gas serra, mentre il continente è responsabile solo del 4% delle emissioni globali di gas serra. Cosa fare in queste circostanze? Sfruttare le nostre risorse e nutrire i nostri bambini o guardarli e lasciarli morire di fame?”

Citata dal sito Zoom Eco, Eve Bazaiba ha dichiarato che la questione dell’accesso ai fondi per il clima da parte dei Paesi forestali, in particolare quelli dei bacini tropicali del pianeta, “rimane un’equazione con molte incognite, mentre le loro foreste forniscono servizi incommensurabili all’umanità”. Va ricordato, la vice-ministra, che qualsiasi investimento nella protezione e conservazione delle foreste non deve mai più essere considerato un aiuto allo sviluppo, ma piuttosto come un investimento nel sistema climatico globale, che in realtà è un bene comune per tutta l’umanità. “Respiriamo tutti la stessa aria e ci immergiamo tutti nella stessa atmosfera. Quindi prendiamocene cura investendo nelle foreste. Pensiamo anche ai guardiani delle foreste perché come tali hanno diritto a un compenso”.

In collegamento video, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha lanciato un monito: “il caos climatico galoppa, l’azione per il clima è ferma”. Ha avvertito i governi delle principali nazioni che i loro impegni collettivi al G20 sono stati troppo esigui e troppo tardivi. “Siamo in una lotta all’ultimo sangue per la nostra sicurezza oggi e per la nostra sopravvivenza, domani”, ha affermato Guterres. La sua vice segretaria generale, Amina Mohammed, ha avvertito che “tutti gli indicatori climatici puntano nella direzione sbagliata”. 

Foto di apertura: Tony Karumba / AFP

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