Senegal: Sall richiama alla calma, Sonko alla mobilitazione pacifica

di Valentina Milani

Sembra una pace “armata” quella che si prospetta nelle prossime giornate in Senegal dopo che il presidente Macky Sall ha finalmente parlato alla nazione e il suo rivale Ousmane Sonko ha invitato la popolazione a manifestare in modo pacifico.

Il presidente del Senegal, si è finalmente rivolto alla nazione. Ieri sera, alle 20 ha parlato alla tv di Stato, senza nominare mai il leader dell’opposizione Ousmane Sonko, annunciando una riduzione del coprifuoco e appellandosi “alla calma e alla serenità”. Ha detto inoltre che lo Stato “risarcirà le famiglie delle vittime delle manifestazioni e si prenderà cura dei feriti”. “Ciascuno, con le proprie scelte e le proprie opinioni, nel rispetto degli altri, possiamo e dobbiamo appianare le nostre differenze ma non con la violenza distruttiva perché, qualunque siano le nostre scelte politiche e le nostre ambizioni, siamo un’unica famiglia, e nessuno di noi può avere un destino separato da quello della nazione senegalese”, ha detto, aggiungendo poi una frase che vari osservatori hanno colto come una dichiarazione implicita di impegno a non correre per un terzo mandato: “Viaggiatori nel tempo, siamo su una barca dalla quale scenderemo per fare posto agli altri

“Tutti, insieme, mettiamo a tacere i nostri risentimenti ed evitiamo la logica dello scontro che porta al peggio”, ha detto, sottolineando di essersi speso per incontrare in queste giornate convulse gli inviati dei Califfi Generali (leader delle confraternite, molto potenti in Senegal), esponenti politici di maggioranza e opposizione, la società civile, sindacati e datori di lavoro, e di avere anche interagito con membri del clero cattolico. “Per quanto mi riguarda, userò tutti i poteri conferitimi dal mio ufficio per consolidare il ritorno alla calma e alla serenità, nel migliore interesse della Nazione, la sicurezza delle persone e dei beni, la difesa della Repubblica e della conservazione delle nostre istituzioni democratiche”, ha detto.

Mentre a proposito dell’ “aspetto giudiziario di questa crisi”, la cosa da fare e che farà è “lasciare che la giustizia faccia il suo corso in completa indipendenza”. Sul dialogo, Macky Sall promette “mano tesa e porte aperte”.

Il presidente ha ricordato gli “sforzi” messi in atto fino ad ora dal governo per fronteggiare l’emergenza economica determinata dal covid-19, riconoscendo tuttavia che di fronte alla situazione difficile del Paese e di tutto il mondo essi siano “rimasti ancora insufficienti”. Si è quindi rivolto ai giovani dicendo di capire le loro “preoccupazioni” ma esortandoli a non “partecipare a tutto quello che ci ritarda nella ricerca di un futuro migliore” perché “quando distruggiamo un’azienda, quando attacchiamo la proprietà di altri, non creiamo posti di lavoro, li distruggiamo; non riduciamo la povertà, la peggioriamo”.

Qualche ora prima che Macky Sall parlasse alla nazione senza mai nominarlo, Ousmane Sonko ha indetto una conferenza stampa nominando ampiamente e a più riprese il presidente del Senegal. Dopo avere espresso rammarico per la perdita di vite umane e per le persone che hanno subito danni nei giorni scanditi dalle manifestazioni, Sonko ha accusato Macky Sall di avere tradito i senegalesi.

“Macky Sall ha prestato giuramento e ha giurato assumendo impegni”, ha detto. “Non li ha rispettati così ha tradito il popolo senegalese”. Sonko ha fatto delle richieste precise al presidente della Repubblica: il rilascio immediato dei detenuti, il risarcimento delle famiglie delle vittime delle manifestazioni, l’organizzazione delle elezioni locali, l’impegno a non correre per un terzo mandato. È solo nel suo palazzo, se non fosse per i soldati e i gendarmi, i suoi averi sarebbero sparsi ovunque. Un presidente non può governare con l’odio”, ha proseguito. “Macky Sall è l’unico responsabile di ciò che è accaduto in questo paese. Macky Sall non ha la legittimità per guidare il Senegal”.

Sonko ha esortato i suoi sostenitori a non intraprendere azioni violente o contrarie alla legge. “Che nessuno vada a Palazzo per mandarlo via. Se si dimette, applaudiremo e ci prepareremo per elezioni anticipate. Altrimenti lo accompagneremo fino alla fine del suo mandato”. La rivoluzione è in corso, ha aggiunto, e nessuno potrà fermarla. “La completeremo nel 2024. Ma non cadiamo nella trappola e non permettiamo all’esercito di impadronirsi della rivoluzione. Lavoriamo di strategia”. Nella strategia indicata dal leader del Pastef rientrano anche manifestazioni pacifiche ogni settimana.

Sonko è intervenuto anche sulla situazione in Casamance, regione del Paese in cui si sono registrati fortissimi momenti di tensione. “Siamo in un Paese chiamato Senegal”, ha detto. “Deponiamo le armi e smettiamo di sparare sui nostri connazionali senegalesi”. Sonko ha in parte origini della Casamance ed è stato talvolta accusato di simpatizzare con i ribelli.

Il leader del Pastef, incriminato ieri dal decano dei giudici per l’accusa di stupro e minaccia di morte, è stato autorizzato a rientrare al suo domicilio e deve restare a disposizione del tribunale.

Il discorso del capo dello Stato senegalese Macky Sall è piaciuto a Alioune Tine, il fondatore e presidente di Afrikajom Center, un think tank che volge lo sguardo in particolare agli equilibri politici dell’Africa occidentale e del Sahel. “Il presidente Macky Sall ha tenuto il suo miglior discorso come statista”, ha scritto su twitter. “Postura, umiltà e altezza, prendendo atto della rabbia e delle difficoltà della giovinezza. Insistenza sulla convivenza e unità nazionale. Restano gli atti politici che dimostrano che ha imparato la lezione”.

In questo contesto, secondo Tine, non è opportuno insistere con il proseguimento delle mobilitazioni. Tine in questi giorni si è interfacciato tanto con il presidente Macky Sall quanto con Ousmane Sonko, sottolineando sempre la necessità che il primo chiarisca espressamente le sue intenzioni rispetto al terzo mandato.

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