Zimbabwe – Scontri post elettorali ad Harare. Tre vittime

di AFRICA

È di tre morti il bilancio degli scontri scoppiati ieri nella capitale zimbabwana Harare subito dopo la pubblicazione dei primi risultati delle elezioni generali che si sono svolte lunedì. L’esercito è intervenuto con forza per disperdere i manifestanti dell’opposizione che erano scesi in strada per protestare contro il partito al potere, Zanu-Pf, accusandolo di aver manipolato il voto.

Stando ai racconti ed alle immagini giunte dalla capitale, alcuni manifestanti hanno iniziato a bruciare auto, creare barricate dando fuoco a dei pneumatici e a lanciare pietre contro le forze dell’ordine, le quali hanno risposto con idranti, lacrimogeni e infine spari contro la folla. L’utilizzo dei soldati e gli scontri riportano alla mente le elezioni durante i decenni di regime repressivo di Robert Mugabe, spodestato lo scorso novembre da un golpe de facto militare dopo 37 anni al potere.

Anche prima dell’inizio delle proteste gli osservatori dell’Ue avevano espresso dubbi sull’organizzazione e la condotta del voto da parte della Commissione elettorale zimbabwana (Zec), in particolare per ciò che a riguardato i ritardi nelle operazioni di voto e nella pubblicazione dei primi risultati. Avrebbero inoltre riscontrato distorsioni mediatiche, intimidazioni dei votanti e sfiducia nella commissione. Gli osservatori di Unione Africana e della Sadc si sono espresse positivamente sullo svolgimento dello scrutinio.

Le proteste sono scoppiate dopo che il candidato del partito d’opposizione Movimento per il cambiamento democratico (Mdc), Nelson Chamisa, ha rivendicato la vittoria su Twitter nonostante i risultati ufficiali non fossero ancora stati comunicati. “Sono onorato dal sostegno che mi avete concesso come candidato alla presidenza. Abbiamo conquistato il voto popolare. Avete votato per il cambiamento e abbiamo vinto insieme. Nessuna manipolazione dei risultati potrà alterare la vostra volontà”. Già la sera prima l’Mdc aveva accusato la Zec di ritardi “inaccettabili” nella diffusione dei risultati per manipolare il voto e favorire lo Zanu-PF, aggiungendo che i dati in suo possesso riportavano una vittoria netta dell’opposizione in tutto il paese.

Nel frattempo ieri la Zec ha reso pubblici i risultati definitivi delle elezioni legislative che sanciscono una vittoria netta dello Zanu-Pf che ha ottenuto 145 seggi contro i 63 dell’Mdc. Una maggioranza di due terzi che permette al partito al potere di cambiare eventualmente anche la Costituzione. In base a quanto emerso dai risultati, lo Zanu-Pf ha fatto incetta di voti nelle aree rurali del paese, mentre l’Mdc ha prevalso nei principali centri urbani.

Intanto mentre ad Harare si udivano gli spari il presidente uscente Emmerson Mnangagwa ha rivolto un appello alla calma e alla moderazione. “In questo momento cruciale invito tutti a desistere da dichiarazioni provocatorie. Dobbiamo dimostrare pazienza e maturità”. Poi ha chiesto all’Mdc di “rimuovere i manifestanti violenti dalle strade” dandole la responsabilità dell’accaduto. Ieri in serata è arrivata la risposta dell’opposizione davanti ai microfoni della stampa, con il portavoce Nkululeko Sibanda che ha definito “sproporzionato e ingiustificabile l’intervento delle forze militari”.

Oggi la Zec dovrebbe iniziare a pubblicare i risultati ufficiali del voto presidenziale.

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