Tunisia – Maggiore impulso alle rinnovabili nei prossimi anni

di Redazione Africa
algeria, centrale solare

Il contributo delle energie rinnovabili nella produzione di elettricità in Tunisia è attualmente del 3%, ma ci sono piani per raggiungere il 20% entro la fine del 2020.

Lo ha detto il presidente dell’Associazione per l’energia eolica tunisina, Nafaa Bakari, secondo cui “l’obiettivo della nuova strategia nazionale è portare questo contributo al 30% entro il 2030”.

Bakari, che è intervenuto ad un forum sulle energie rinnovabili, l’efficienza energetica e gli investimenti infrastrutturali in energia, ha sottolineato che la Tunisia, seppur in ritardo rispetto ad altri paesi, “è stata in grado di compiere i primi passi sulla strada della transizione energetica impegnandosi per un’economia senza emissioni di carbonio”.

Dal 2017 sono iniziate una serie di gare internazionali per la realizzazione di importanti progetti energetici, tra cui la produzione di 1.000 megawatt di energia rinnovabile, 500 megawatt da energia solare fotovoltaica e 500 megawatt da energia eolica.

Il piano di sviluppo delle rinnovabili coincide con un evidente deficit energetico, che continua a pesare pesantemente sulla bilancia commerciale della Tunisia.

In effetti, il deficit energetico del paese è passato da 0,6 milioni di tonnellate nel 2010 a 4,2 milioni di tonnellate alla fine del 2016, o circa il 45% del fabbisogno di energia primaria nazionale, ha precisato Bakari.

A un altro livello, la strategia adottata dalle autorità tunisine mira a ridurre la densità energetica del 3% durante il periodo 2016-2030.

“Questo obiettivo – afferma Bakari – consentirà un risparmio energetico di circa il 30% e garantirà un maggiore contributo delle energie rinnovabili alla generazione di energia”.

Per il ministro tunisino dell’Energia e delle PMI, Slim Feriani, “raggiungere l’autosufficienza energetica si sta rivelando essenziale (…) anche per consolidare la struttura finanziaria del paese e ridurre il deficit commerciale , oltre che energetico”.

[Redazione InfoAfrica]

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