Tunisia, l’ex presidente Marzouki condannato per attentato alla sicurezza

di claudia
Moncef Marzouki

L’ex presidente tunisino Moncef Marzouki, che vive in Francia, è stato condannato in contumacia da un tribunale di primo grado di Tunisi a quattro anni di carcere per attentato alla sicurezza estera dello Stato. Contattata dall’Afp, il suo avvocato Lamia Khemiri ha detto che Marzouki non ha ricevuto alcuna convocazione, aggiungendo che “non sa perché sia ​​stato condannato”.

Ai primi di novembre, un mandato di accompagnamento coattivo era stato emesso dalla giustizia tunisina contro l’ex presidente della Repubblica, che ha guidato la Tunisia dal 13 dicembre 2011 al 31 dicembre 2014. A ottobre, l’attuale presidente Kais Saied aveva ordinato al ministero della Giustizia di aprire un’inchiesta su Marzouki, giorni dopo che l’ex leader aveva esortato la Francia a non sostenere il “regime dittatoriale” di Saied.

Marzouki è molto critico nei confronti dell’attuale capo dello Stato, che accusa di aver complottato contro la rivoluzione e fatto carta straccia della Costituzione.

Il partito di Marzouki, Al Irada, denuncia “un processo segnato da percorsi procedurali sospetti” destinati a escludere il possibile ritorno in Tunisia di Marzouki “Questa sentenza rappresenta un pericolo per le libertà di tutti i cittadini e una grave violazione della magistratura da parte dell’autorità del colpo di Stato e sta iniziando una nuova era nera di processi politici”, denuncia su Facebook. Al Irada sostiene che Marzouki stato per tutta la sua presidenza attento a non inquinare la sua reputazione con il minimo sospetto. “Dichiariamo che questa sentenza non dissuaderà il presidente Marzouki dal ritorno nella terra nazione per cui ha fatto il più grande sacrificio e tornerà quando i suoi compagni lo decideranno”.

Al canale Al Jazeera, Marzouki ha affermato che questa sentenza non lo riguarda, “perché emessa da un presidente illegittimo che ha ribaltato la Costituzione”. Ha ricordato che è stato processato durante il regime del defunto presidente Habib Bourguiba e che si è presentato davanti ai tribunali sette volte, mentre durante il governo del defunto presidente Zine El Abidine Ben Ali, è stato condannato in contumacia a 11 mesi. Marzouki ha ritenuto che è il suo destino combattere quella che ha descritto come una “dittatura” nel suo paese fino alla fine della sua vita. Egli stesso ha dichiarato di non aver ricevuto non alcuna convocazione a processo, mentre la sentenza è stata emessa in sua assenza e in assenza di qualsiasi avvocato.

Dopo mesi di blocco politico e nel mezzo di una crisi economica e sanitaria, Kais Saied ha invocato il 25 luglio un “pericolo imminente” per destituire il primo ministro, sospendere le attività del Parlamento e riprendere in mano la magistratura. Moncef Marzouki fa parte di coloro che definiscono queste mosse un “golpe” e intensificato gli interventi sui canali televisivi e sui social network per chiedere la rimozione di un uomo che definisce “dittatore”. 

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