Sudan, “un accordo politico è più vicino”

di claudia
Volker Perthes

Durante un briefing davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il rappresentante speciale Onu in Sudan, Volker Perthes, ha sottolineato che la possibilità di raggiungere un accordo politico per un nuovo periodo di transizione esiste ma dev’essere colta a breve perché la situazione nel Paese non peggiori ulteriormente.

A quasi un anno dal colpo di stato militare e dopo 117 vittime della repressione, Perthes ha affermato che i militari hanno preso alcune decisioni importanti e che si sono verificati sviluppi promettenti tra i civili. L’annuncio dell’esercito sudanese di ritirarsi dalla politica ha generato slancio tra le forze civili, ha osservato Perthes, aggiungendo che in risposta sono emerse diverse iniziative per raggiungere una visione “civile” comune. Ha fatto riferimento al progetto di quadro costituzionale presentato dall’Ordine degli avvocati, affermando che ha raccolto un ampio spettro di forze civili attorno a un’unica visione, compresi i partiti del Comitato centrale per le forze per la libertà e il cambiamento (Ffc) e i firmatari dell’accordo di pace di Juba.

Perthes ha inoltre aggiunto che il meccanismo trilaterale, costituito dalla Missione Integrata di Assistenza alla Transizione delle Nazioni Unite in Sudan (Unitams), dall’Unione Africana e dall’Autorità Intergovernativa per lo Sviluppo (Igad), si è impegnato in tutte le iniziative ed è attualmente in fase di confronto delle visioni costituzionali e politiche che sono state emanate. “Quasi tutte le parti interessate, compresi i militari in particolare, hanno espresso il desiderio che il meccanismo trilaterale svolga un ruolo, nel riunire le diverse iniziative, presentare proposte di collegamento o, infine, mediare un accordo con i militari”, ha osservato.

Il rappresentante Onu ha citato le principali differenze sulla divisione istituzionale dei poteri, in particolare il ruolo dei militari, ma ha rassicurato il Consiglio sul fatto che i divari si sono ridotti e che ora esiste un ampio consenso, tra l’altro, sulla necessità di un capo di stato civile, un primo ministro indipendente e un governo di esperti o tecnocrati, non leader di partito. “C’è un’opportunità per porre fine alla crisi, che le forze militari e civili devono cogliere”, ha affermato Perthes, osservando che il meccanismo trilaterale è pronto a riunire le parti attorno a un testo in modo da colmare le differenze rimanenti.

La decisione dei militari di ritirarsi dalla politica e le recenti iniziative delle forze civili offrono una finestra di opportunità sia per le forze armate che per quelle politiche per raggiungere un accordo sulla via da seguire, ha detto Perthes al Consiglio di sicurezza. Ha inoltre avvertito che più a lungo esiste la paralisi politica, più difficile diventerà il ritorno alla “transizione” che Unitams ha il mandato di assistere.

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