Piano Mattei, le diaspore in Italia chiedono maggiore coinvolgimento

di claudia
Cleophas Adrien Dioma

Le diaspore africane in Italia chiedono un maggiore coinvolgimento da parte del governo italiano nella stesura del Piano Mattei per l’Africa e il Mediterraneo.

“Le diaspore potrebbero essere coinvolte nell’implementazione del Piano attraverso la valorizzazione dell’impegno delle associazioni diasporiche per lo sviluppo dei paesi di origine con il rafforzamento delle loro capacità per permettere di realizzare le loro idee e i loro progetti in Italia e nei Paesi di provenienza, la creazione di strumenti finanziari regolamentati e garantiti a supporto dei risparmi e degli investimenti famigliari con possibile utilizzo binazionale”.

Si legge in una lettera aperta di Cleophas Adrien Dioma, presidente dell’Associazione Le Réseau nonché coordinatore del gruppo di lavoro Migrazione e sviluppo del Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo, al Sole24Ore, lettera in cui viene auspicato un maggiore coinvolgimento delle diaspore e delle nuove generazioni, che “svolgono da sempre un ruolo fondamentale non solo nel favorire i percorsi di inserimento nella società ospitante ma anche creando spazi in cui poter reperire informazioni e intessere relazioni”.

Secondo Dioma, che cita i recenti dati economici, “le diaspore sono il principale attore della solidarietà internazionale, prima delle agenzie di sviluppo e degli altri organismi riconosciuti nel sistema dell’assistenza allo sviluppo” e per tale ragione “sarebbe un errore ignorare le cosiddette rimesse sociali che comprendono le competenze culturali, la formazione, le idee e le esperienze/competenze professionali acquisite nel Paese di origine e rafforzate in quello di destinazione che possono essere reinvestite per lo sviluppo del Paese di provenienza”.

In particolare Dioma sottolinea il ruolo degli imprenditori della diaspora, di fatto “veri ambasciatori del Made in Italy” nel mondo, ma anche dei “figli dei migranti”, nuove generazioni che “hanno competenze linguistiche, culturali e professionalità che vanno dalla formazione specifica in economia, cooperazione, progettazione, comunicazione e marketing o altri profili fortemente richiesti nell’ambito della cooperazione e dei partenariati internazionali”.

Oltre al contributo fiscale di questa fetta di popolazione, tasse parte delle quali sono destinate ai programmi per gli aiuti internazionali, compreso il Piano Mattei, la ricchezza del patrimonio culturale e sociale delle diaspore secondo Dioma è centrale nello sviluppo internazionale italiano.

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