Nigeria, la raffineria di Dangote sarà attiva entro la fine dell’anno

di claudia

La raffineria di petrolio di Dangote, un impianto da 650.000 barili al giorno in costruzione in Nigeria, dovrebbe iniziare la produzione entro il quarto trimestre del 2022. Lo ha detto domenica il group executive di Dangote, Devakumar Edwin, secondo la Reuters.

“Il 75% dei test idraulici e il 70% del montaggio dei cavi elettrici sono stati completati, in preparazione al completamento della raffineria nel quarto trimestre di quest’anno”, ha detto Edwin durante una visita al sito accompagnato dal ministro dell’Informazione nigeriano, Lai Mohammed. La raffineria, costruita a Lagos con un investimento di 19 miliardi di dollari, ha una capacità di stoccaggio di 4,74 miliardi di litri di carburante raffinato: il 75% dei prodotti dalla raffineria sarà spostato via mare all’interno della Nigeria.

L’uomo più ricco dell’Africa, Aliko Dangote, ha dichiarato lo scorso gennaio di aspettarsi che questa raffineria avrebbe potuto iniziare l’attività entro la fine del terzo trimestre, raggiungendo la piena capacità entro l’inizio del 2023. Il progetto è stato ritardato per diversi anni e il costo è salito a 19 miliardi di dollari, rispetto alle precedenti stime di Dangote da 12 miliardi e 14 miliardi.

Dangote, che ha costruito la sua fortuna nell’industria del cemento, ha annunciato per la prima volta l’intenzione di costruire una raffineria nel 2013, un progetto che doveva essere completato nel 2016. Il gruppo tuttavia ha spostato il sito a Lekki, Lagos, ed ha aggiornato le dimensioni della raffineria, aggiornamenti che hanno necessariamente ritardato il completamento dell’opera.

Nonostante sia il più grande produttore ed esportatore di petrolio dell’Africa, la Nigeria dipende quasi interamente dalle importazioni di carburante perché incapace di raffinare il petrolio che estrae.

Il mese scorso Dangote ha commissionato un impianto di fertilizzanti da 2,5 miliardi di dollari, situato all’interno della sua raffineria e complesso petrolchimico, e sta già esportando urea negli Stati Uniti, India, Brasile, Messico e Argentina.

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