Mozambico: “proteste sempre più massicce”, la testimonianza di un cooperante

di claudia

di Enrico Casale

In Mozambico, la recente vittoria del partito al governo Frelimo e del candidato Daniel Chapo ha suscitato proteste su scala nazionale. “La gente ha subito capito che il voto è stato caratterizzato da brogli anche palesi, così come era avvenuto nelle passate elezioni, quindi ha deciso di dire basta”: la testimonianza di un cooperante che da alcuni anni lavora a progetti di sviluppo nel Paese.

“Inizialmente le persone erano intimorite, avevano paura a dimostrare, adesso la situazione è cambiata. La gente ha preso coraggio e non ha più remore e scende in strada a manifestare. La partecipazione è veramente massiccia”. Così traccia il quadro della situazione in Mozambico una cooperante che da alcuni anni lavora a progetti di sviluppo nel Paese contattata da Infoafrica. “Nelle città c’è movimento – continua -. C’è voglia di dire no ai risultati palesemente truccati di queste elezioni presidenziali. Risultati che assegnano percentuali altissime al partito di potere (Frelimo) anche in città, come Quelimane e Nampula, dove tradizionalmente la formazione ha avuto un consenso basso. La gente ha subito capito che il voto è stato caratterizzato da brogli anche palesi, così come era avvenuto nelle passate elezioni, quindi ha deciso di dire basta”.

Il leader dell’opposizione Venancio Mondlane ha però deciso di cambiare strategia. Di fronte alle continue accuse di volere la destabilizzazione del Paese, ha chiesto ai suoi seguaci di inscenare azioni pacifiche per dimostrare il proprio malcontento. Così alle 12 di ogni giorno, tutti fermano le auto, bloccano il traffico e suonano i clacson per un quarto d’ora; alle 21, sbattono i coperchi delle pentole, suonano le trombette e le vuvuzela; ha anche invitato a vestirsi di nero o a indossare un indumento nero in segno di lutto per le morti dei manifestanti.

Venancio Mondlane

“Queste iniziative stanno avendo un successo incredibile – continua la nostra fonte -. A mezzogiorno le città sono paralizzate e alla sera il rumore è fortissimo. Non ci sono manifestazioni violente, tutto è pacifico. Periodicamente Mondlane, che si dice si trovi all’estero per motivi di sicurezza, manda in onda un suo video nel quale chiede di mettere in atto diversi tipi di iniziative. In passato ha chiesto di scendere in strada e manifestare, poi ha invitato a chiudere i porti e le frontiere, poi, ancora, a marciare su Maputo. Ora a scendere in strada pacificamente. E la gente lo segue. In tutto il Paese, soprattutto nelle città, l’adesione è massiccia”.

Questa imprevedibilità delle iniziative porta a una certa instabilità. “Le attività continuano – osserva -, ma chi deve andare dalla città alle campagne o viceversa non sa mai quali rischi può correre e quindi abbiamo deciso di interrompere le missioni sul campo, almeno per il momento. Certo è scomodo lavorare in questo modo, ma al momento non possiamo fare altrimenti”.

Il presidente Felipe Nyusi ha proposto un incontro tra tutti i candidati che hanno partecipato alle elezioni per placare la situazione. “Mondlane ha accettato – spiega a Infoafrica un missionario che da più di trent’anni lavora nel Paese -. Ma ha posto una serie di condizioni: prima di tutte quella che all’ordine del giorno dell’incontro ci siano i punti del suo programma. In molti temono per la sicurezza di Mondlane. Non so se Mondlane rischia. So invece che il Frelimo sta giocando il tutto per tutto per rimanere al potere. Quindi devono trovare una via d’uscita per non perdere la poltrona e, allo stesso tempo, non porsi contro la popolazione che vuole il cambiamento”. In questo gioco è coinvolta anche la Corte suprema che dovrebbe proclamare in modo ufficiale i risultati. “In qualsiasi modo si muova rischia – conclude il missionario -. Sia che convalidi o meno questi risultati, scontenta la popolazione. Ma anche dovesse annullare le elezioni e convocarne altre, si troverebbe di fronte il Paese che non crederebbe più alle istituzioni sempre che ci creda ancora. La situazione è veramente complessa. Speriamo in una via d’uscita pacifica e rispettosa della voglia di cambiamento della gente”.

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