Miya, la donna che insegna alle altre donne a sviluppare software

di claudia
Baratang Miya

di Claudia Volonterio

Il continente africano sta cavalcando un’onda tecnologica in rapida ascesa, con quasi la metà dei conti di denaro mobile del mondo e nuove start-up che stanno fiorendo in diversi Paesi. In questo scenario persiste però un divario di genere che coinvolge in particolare le donne dell’Africa subsahariana, che nel settore tecnologico rappresentano una percentuale ancora troppo bassa, riporta la BBC. Per colmare questo gap si battono da diversi anni donne imprenditrici come la sudafricana Baratang Miya, che si definisce la prima donna ad aver insegnato ad altre donne lo sviluppo di software in Africa, fornendo loro i mezzi per imparare a programmare e a difendersi contro le discriminazioni di genere in un settore dominato dagli uomini.

Cresciuta in Sudafrica e avendo sperimentato sulla sua pelle l’oppressione dell’apartheid, la oggi cinquantenne Baratang Miya ha cercato negli anni di combattere ogni forma di esclusione possibile. Da vent’anni opera a favore dell’inclusione delle donne nel settore della tecnologia, insegnando alle giovani a ritagliarsi il proprio posto nella programmazione di software, spazio dominato dal maschile. La sua idea è quella di costruire un mondo diverso da quello in cui lei stessa è cresciuta, ha raccontato Miya al sito Technext.

A 33 anni, trovatasi senza lavoro e con un figlio da crescere ha intuito l’importanza e il potenziale di questo settore. Per imparare ha studiato attraverso dei tutorial che le hanno permesso di imparare a codificare un sito web in una sola ora. Questo è stato solo l’inizio di un viaggio che l’ha portata a voler condividere e trasmettere queste competenze ad altre giovani donne. In seguito, si è dedicata allo studio dei vari linguaggi di programmazione, tra cui HTML, CSS e JavaScript.

Nello stesso anno, per venire incontro alle esigenze di molte ragazze, affinando le sue capacità di codifica, ha fondato GirlHype, una comunità nata per dare potere alle ragazze e alle donne che cercano di acquisire competenze informatiche.

La prima competenza che ha voluto trasmettere alle giovani donne subsahariane è l’uso del computer, ormai parte della vita quotidiana, rendendo le ragazze parte di una piccola rivoluzione tecnologica.

La sua associazione lavora però anche su un aspetto importante che è sempre dietro l’angolo per le donne che si occupano di informatica: la discriminazione di genere. In questo ambito i casi di pregiudizi crescono ancora a dismisura ed è per questo che GirlHype non si occupa solo di formazione, ma anche di sostegno alle donne per evitare di farsi fermare da questo.

L’imprenditrice insegna alle donne a fare rete, promuovere opportunità di collaborazione e un senso di sorellanza, al fine di fornire sostegno reciproco e solidarietà.

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