Migrazioni | Un altro piccolo Icaro

di Pier Maria Mazzola

La notizia è riuscita a conquistarsi uno spazio anche sulla prima pagina odierna di alcuni importanti quotidiani italiani. Su quelli ivoriani, giustamente presi dalle fibrillazioni politiche di cui davamo conto giusto due giorni fa, solo due prime pagine sulle quattordici consultabili online riportano che ieri mattina, all’aeroporto “Charles de Gaulle” di Parigi, nel vano carrello di un Boeing 777 partito la sera prima dal “Félix-Houphouët-Boigny“ di Abidjan, è stato ritrovato il corpo senza vita, e finora senza nome, di un bambino africano della presumibile età di dieci anni.

Non si può fare a meno di ripensare a Yaguine e Fodé, i due ragazzini di 14-15 anni che incontrarono il medesimo destino vent’anni fa, sulla rotta Conakry-Bruxelles, e che irruppero nella cronaca anche per la struggente lettera «ai Signori membri e responsabili dell’Europa» che portavano con sé. Di recente la nostra rivista ha dedicato un commento ai casi analoghi che si sono moltiplicati in particolare a Londra negli ultimi tempi. Tentativi estremi di ricerca di un luogo e una vita migliori che non si sono mai arrestati. Ma non si era ancora avuta notizia di un tale abbassamento di età.

Vorremmo saperne di più di questo bambino. Era un piccolo abbandonato a sé stesso? Oppure aveva alle spalle una famiglia che, ignara dei rischi, aveva “scommesso” su di lui? Che cosa lo ha spinto a tanto? Vorremmo pensare che si trattasse “solo” di un gioco incosciente, di una di quelle sfide da preadolescenti. Quello che è in ogni caso molto probabile è che, una volta di più, un potente “immaginario migratorio” abbia lavorato nella testa e nelle gambe anche di questo piccolo «passeggero clandestino» – come lo ha definito il comunicato diffuso da Air France, che ha successivamente «espresso la sua compassione». Ad Abidjan, intanto, ci si interroga sul livello di sicurezza dell’aeroporto.

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