Marrakech, la prostituzione oltre «Much loved»

di Enrico Casale

Much LovedIl film «Much loved», presentato all’ultimo festival di Cannes, ha tolto il velo su un fenomeno nascosto eppure molto diffuso: la prostituzione in Marocco. La pellicola, censurata da Rabat, racconta la storia di quattro ragazze che vendono il corpo a Marrakech. Ed è proprio questa città a essere il centro del sesso a pagamento. Secondo uno studio del ministero della Salute, riportata dal sito di informazioni AnsaMed.info, sono 50mila le donne che si prostituiscono in Marocco. Di queste 19mila lavorano tra Agadir, Fes, Rabat e Tangeri. Le altre si dividono tra Casablanca e, appunto, Marrakesh.

A Marrakesch, questo fenomeno ha due volti. Uno più glamoor (anche se non meno preoccupante), fatto di ragazze tra i 18 e i 20 anni che si rivolgono a clienti stranieri, arabi o europei, per cifre che vanno dai 70 ai 300 euro a notte. L’altro, più disperato, fatto da donne di mezza età o, addirittura, anziane e meno attraenti, che si vendono per due euro nell’antico quartiere ebraico.

Secondo l’indagine del ministero della Salute, tra le 19 mila prostitute intervistate, la maggior parte sono analfabete, divorziate o vedove e dichiarano di aver avuto la loro prima relazione sessuale tra i 15 e i 19 anni. Vivono sole (70%), ma sostengono economicamente qualcuno (50-80% dei casi), molto spesso i figli o le famiglie di origine. Nei 30 giorni precedenti le interviste rivelano in maggioranza (54%) di non aver utilizzato il preservativo, perché non l’avevano in borsetta o perché il cliente non voleva usarlo. Nel 98% dei casi il rapporto a pagamento si consuma dove le porta il cliente, in appartamenti affittati apposta. Mai in camere d’hotel, perché proprio per evitare la prostituzione una legge del regno vieta ai marocchini di soggiornare con altri che non siano i legittimi consorti.

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