Mali: leader dell’opposizione Sacko, nel Paese è impasse politica

di claudia
Ismaël Sacko

Dopo l’annuncio da parte della giunta maliana di una proroga della transizione per un periodo variabile dai sei mesi ai cinque anni, uno dei portavoce della coalizione “Quadro dei partiti politici per una transizione riuscita”, Ismaël Sacko, presidente del Psda, ha rifiutato il “calendario” e chiesto ai maliani di non riconoscere le autorità di transizione dal 27 febbraio per fare uscire il Paese da quella che ha definito un’impasse.

Ismaël Sacko ha fatto appello all’unità affinché dal 27 febbraio, data in cui le autorità di transizione si sarebbero dovute impegnare a organizzare un’elezione, siano dichiarate illegittime e “un’altra squadra, che sceglieremo tra i maliani, prenda le redini del Mali”.

Sacko ha anche chiesto alla Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale, che si riunisce in un vertice straordinario domenica ad Accra, di essere ferma contro la giunta per “far uscire il Paese da questa “impasse””.

I leader dell’Ecowas hanno infatti annunciato un vertice straordinario sul Mali il 9 gennaio ad Accra. Il 12 dicembre, avevano chiesto le elezioni in Mali a febbraio e minacciato di imporre ulteriori sanzioni a gennaio senza un impegno delle autorità maliane a tenere le elezioni il 27 febbraio 2022. Ma le autorità maliane hanno notificato all’Ecowas che non saranno in grado di organizzare le elezioni presidenziali e legislative nel febbraio 2022, come la giunta si era precedentemente impegnata a fare.

Di fatto, il Mali rimane quindi ancora in attesa di un cronoprogramma elettorale che avrebbe dovuto portare a elezioni generali entro 18 mesi dal 15 settembre 2020. Un limbo che dura da quando il colonnello Assimi Goita ha guidato, con un pugno di altri militari, il colpo di Stato che ha messo fine al mandato dell’ex presidente Ibrahim Boubakar Keita il 18 agosto 2020. Ha ricoperto la carica di vicepresidente della transizione dal 25 settembre 2020, sotto il presidente di transizione Bah N’Daw, che ha rovesciato il 24 maggio in seguito a una disputa su un rimpasto ministeriale. Da allora, ha ricoperto la carica di presidente impegnandosi al tempo a rispettare la tabella di marcia concordata con la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale.

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