Le donne marocchine guidano il cambiamento della musica Gnaoua

di claudia
"Bnat Timbouktou

di Claudia Volonterio

Patrimonio dell’Unesco dal 2019, la musica Gnawa (o Gnaoua) è un’arte secolare e spirituale originaria del Marocco. Un repertorio per secoli riservato agli uomini, che negli ultimi tempi sta ottenendo una nuova linfa di vitalità e inclusione grazie alle donne che rivendicano il loro ruolo, non solo come membri dei gruppi Gnaoua, ma come leader. Nel cercare di rivoluzionare questa musica antica, conosciuta anche come “tagnaouite”, risalente almeno al XVI secolo, ci hanno pensato le donne stesse. Tra le prime spicca Asma Hamzaoui, frontwoman del gruppo tutto al femminile “Bnat Timbouktou” (Le ragazze di Timbuktù).

“Tagnaouite ha ottenuto il riconoscimento mondiale con la sua inclusione nell’elenco dell’UNESCO. Perché una donna non dovrebbe suonare il guembri? Perché le donne non dovrebbero far parte di questa musica?” Queste le parole pronunciate da Asma Hamzaoui, 26 anni, frontwoman delle “Bnat Timbouktou” (Le ragazze di Timbuktù) intervistata dall’agenzia Afp al Gnaoua World Music Festival di Essaouira, manifestazione che si tiene ogni estate e che promuove la cultura Gnaoua in tutto il mondo dal 1997. La musica Gnaoua si è aperta gradualmente al pubblico. Nata come rituale privato ora è protagonista di eventi pubblici come concerti e festival.

Le giovani donne marocchine stanno cominciando ad alzare la voce rivendicando il loro ruolo nella secolare musica Gnaoua, senza porsi più in un gradino indietro, dove sono state relegate per molto, ma al centro del palco, come leader. Un’ondata di vitalità tutta al femminile, che affonda le radici su un bagaglio musicale e culturale delle donne che nulla ha meno dei colleghi uomini. La giovane musicista è stata iniziata a questo tipo di musica dal padre quando aveva soli sette anni, accompagnandolo alle sue serate e studiando negli anni gli strumenti. “Gradualmente ho imparato a suonare il guembri, un liuto a tre corde fatto di pelle di cammello. Mio padre si è assicurato che imparassi il più possibile prima di volare da sola” spiega la giovane ad Afp.

Il suo gruppo ha avuto un grande successo ai festival dedicati, distinguendosi e facendo da modello per altre donne che volessero abbracciare questa forma musicale che ha radici in una cultura antichissima legata alla spiritualità e alla poesia.

Gli Gnawa sono discendenti di schiavi deportati nel Maghreb dai paesi subsahariani. Sono gli eredi di grandi rituali e tradizioni spirituali che uniscono poesia, musica e danza. “Gnawa – si legge sul sito dell’Unesco – è prima di tutto una musica di confraternita sufi unita a testi dal contenuto generalmente religioso, che invocano antenati e spiriti. Originariamente praticata da gruppi e individui provenienti dalla schiavitù e dalla tratta degli schiavi risalenti almeno al XVI secolo, la cultura Gnawa è ora considerata oggi parte della multiforme cultura e identità del Marocco”.

Tra le donne che si sono lasciate ispirare proprio alle Ragazze di Timbuktu ci sono Yousra Mansour, la frontwoman della band Bab L’bluz (“The Blues Gate”) e Hind Ennaira. Quest’ultima ha sviluppato la sua passione per la tagnaouite crescendo ad Essaouira. Ennaira ha portato una ventata di aria fresca e originalità inserendo un chitarrista e un batterista per accompagnare l’ensemble tradizionale. Il suo talento è in continua crescita, come lo è la voce delle donne che salgono sui palchi di musica Gnawa.

“C’era una mancanza di donne in questo campo – ha sottolineato Mansour – “Non è facile evolversi in un universo prevalentemente maschile, ma vediamo emergere cambiamenti”.

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