La Svezia riconosce la Repubblica saharawi? Ikea non apre a Casablanca

di Enrico Casale
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ikeaUfficialmente mancava un «certificato di conformità», quindi le autorità marocchine hanno imposto il rinvio (sine die) dell’apertura dell’Ikea a Casablanca. In realtà, dietro la mancata inaugurazione del primo magazzino in Nord Africa della famosa catena di mobili svedese, c’è qualcosa di più.

Secondo i media locali, ripresi dalla televisione francese «France 24», questa misura così drastica è una ritorsione per la posizione che la Svezia sta tenendo sulla questione del Sahara Occidentale. Diversi media marocchini, compresi quelli più vicini al palazzo reale, sostengono infatti che a Rabat non sia piaciuto il fatto che Stoccolma si appresterebbe a «riconoscere» la Repubblica araba saharawi (Rasd), l’ex colonia spagnola controllata dal Marocco, ma rivendicata dai separatisti del Polisario.

In Svezia, infatti, la coalizione di Governo ha preparato un disegno di legge per il riconoscimento della Repubblica araba saharawi. E il testo dovrebbe essere discusso a giorni nel Parlamento di Stoccolma. Così Rabat avrebbe colto al balzo la mancanza di un documento per bloccare l’apertura del grande magazzino. La catena Ikea appartiene a un gruppo che ha sede nei Paesi Bassi, ma che è controllato dalla famiglia del fondatore dell’azienda, lo svedese Ingvar Kamprad, 89 anni.

Da anni, Rabat rivendica la sua sovranità su quei territori, offrendo alle popolazioni locali, sostenute dall’Algeria, «un’ampia autonomia». Il Polisario, il movimento indipendentista locale, chiede invece a gran voce un referendum di autodeterminazione. In questa crisi, le Nazioni Unite hanno cercato di svolgere un ruolo di mediazione, ma i loro sforzi non ha avuto effetto.

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